Una premessa necessaria: l’album “Al Jamilat” della cantante Yasmine Hamdam, di origini libanesi, ma residente a Parigi, anche se genericamente definito “pop”, è in realtà una produzione con caratteristiche molto ambient che guarda ad un pubblico più attento e più ricercato.
Yasmine ha una voce bellissima che sa modulare con grande perizia passando dalla sensualità del primo brano, “Douss”, per approdare a tonalità più marcatamente arabe che conferiscono ad alcuni brani un marchio etnico senza per questo tradursi in una dimensione semplicemente folk. Le tracce del cd sono undici e ciò che incuriosisce sin dai primi brani, oltre alla voce ben modulata di Yasmine, è la variegata potenzialità musicale messa in campo che coniuga i suoni più tradizionali di violini e chitarre, con un uso molto frequente (e sapiente) di sintetizzatori. Tutto ciò conferisce all’album una musicalità fresca ed antica nel contempo, consentendo anche la registrazione di un brano solo strumentale, “Cafe”, che si inserisce in modo assolutamente naturale nel contesto complessivo del progetto. Si diceva in premessa della particolarità di questo lavoro, sottintendendone una fruibilità meno immediata e la necessità di un ascolto più attento. Che certamente non verrà a noia per alcune soluzioni melodiche sorprendenti e per le atmosfere che la voce di Yasmine, poggiata sulle note di ottimi musicisti, sa conferire.