WILLY WONKA WAS WEIRD, UN DISCO ONIRICO VERSO L’INFINITO

“Lasciamoci il nulla per questo infinito” è il titolo del nuovo lavoro di Willy Wonka Was Weird, progetto solista di Paolo Modolo racchiuso in sei tracce fortemente introspettive che secondo gli intenti dell’autore dovrebbero contenere un intero percorso di vita che inizia dal passato, vive i presente attraversando il futuro. Una curiosa situazione esistenziale che va colta in questa essenza considerando che i brani che veng0no proposti sono soprattutto sensazioni, spesso quasi oniriche, con un percorso narrante estremamente limitato, per lunghi tratti opacizzato da effetti che alterano la voce rendendo parte del frasario incomprensibile.

Si inizia con “Il suicidio della notte”, intro un po’ misteriosa della durata di meno di due minuti che comunque già abbozza l’atmosfera che caratterizzerà l’intero lavoro. “Cala la nebbia a Sedriano” è un brano musicalmente molto interessante, caratterizzato da un arrangiamento ipnotico che rende quasi palpabile la nebbia annunciata nel titolo. “Di(o) Dio”, al di là del titolo che si rifà ad un vezzo moderno di dare diversi significati alle parole andando a costruire vocaboli e/o frasi plurivalenti che personalmente non mi piacciono, avrebbe una linea melodica piacevole,. ma la vocalità è pressochè incomprensibile e va oltre gli effetti sperati. “Nato sotto il segno di nessuno” è caratterizzato da un alone ancora più misterioso, ma avvolgente ed intenso che riesce a porre rimedio ad una testualità, come dicevo, non narrante anche quando i vocaboli risultano più chiari. “Sorridere a Berlino”conferma le buone percezioni musicali che attraversano l’intero lavoro, con le consuete riserve vocali e “Lasciamoci il nulla per questo infinito”, oltre a dare il titolo all’album (un titolo che per altro da solo incuriosisce), riprende in 33 secondi il motivo del brano introduttivo confermando che ci troviamo al cospetto di un progetto che forse non ha saputo tradurre i buoni intenti in qualcosa di reale, pur avendo a disposizione idee e materiale per farlo. Buono ed a tratti molto buono musicalmente, questo disco si perde parecchio nella ricerca di un’originalità che una vocalità a tratti distorta ed a tratti offuscata non riesce a rendere credibile.

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