E’ uscito in questi giorni “Welcome”, il nuovo album di Roberto Galanto, dodici tracce, va subito detto, di ottima musica perchè i brani scritti dallo stesso Galanto con la collaborazione di Gianfranco Recchia, fatte salve un paio di eccezioni, godono di una fruibilità immediata, di una buona interpretazione e della partecipazione di una squadra di musicisti di ottimo livello. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per un progetto che se non raggiunge vette di assoluta eccellenza è comunque nell’insieme piacevole e ben strutturato.
S’inizia con “Mai mia”, brano che chiude anche la carrellata di canzoni, ma in versione inglese; è un pezzo di facile fruibilità, con un testo funambolico nel rapporto parole/metrica ed ha un arrangiamento lineare. Altrettanto di facile ascolto è “Mississippi coffee morning”, un motivello scaltro nel quale gioca un buon ruolo l’armonica a bocca di Giuseppe Milici. “L’incontro” si presenta musicalmente molto interessante ed è buono anche il testo, pur se la linea melodica è meno immediata. “Tienimi” è un brano un po’ anni ’70, senza troppe pretese, con il bell’inserimento dell tromba di Tom Ridderbeekx, mentre con “Gomitoli” si torna ad un brano immediato, uno swing facile ma piacevole, con un testo curioso e ben costruito, un’ottima interpretazione ed il pianoforte di Mario Rosini che disegna note dalle tinte vivaci. “…Ed io ho la mamma vergine” è una canzone che ha elaborato il proprio testo intorno alle figure di alcuni grandi classici del mondo delle fiabe, con molta ironia. “Shadow” è il primo brano cantato in inglese, una ballata che scorre gradevolmente, ma che alla fine risulterà un po’ troppo diluita. “(Le mani)” non è nulla di indimenticabile, ha un discreto testo e ci regala l’ottima chitarra di Filippo Castellazzi. “E’ solo nostalgia” è una canzome da piano-bar, ben strutturata e musicalmente accuratissima che evoca serate romantiche al lume di candela ove voce ed orchestra intrattengono con raffinata discrezione. “Soap” è un altro pezzo in lingua inglese, scanzonato e dal buon andamento che offre rinnovata vivacità prima dell’ascolto di “Ma non serve andar lontano”, una canzone nella quale il dialogo tra la voce di Galanto ed il pianoforte del solito Rosini fanno atmosfera; è il pezzo più cantautorale dell’intera raccolta e, come se non bastasse l’elegante esecuzione, ci si mettono anche le ottime note del sax di Michele Rosen. Capolinea con la versione in inglese di “Mai mia” della quale ho già detto. Credo sia comunque doveroso citare i musicisti non ancora segnalati perchè questo è decisamente un lavoro di squadra ben coordinato: Mimmo Campanale (batteria), Giovanni Chiapparino e lo stesso Campanale (percussioni), Paolo Romano (basso), Denny Trent con Castellazzi (chitarre acustiche), Ilaria Stoppini e Giovanni Chiapparino (seconde voci). Chiapparino è anche l’arrangiatore mentre al mixaggio ha operato Vincenzo Cavalli. Il tutto per il marchio Digressione Music. Concludendo, un lavoro piacevole ed interessante, mai sopra le righe, nulla di indimenticabile, ma realizzato con passione e professionalità.