QUADRILOGIA FATTA DI UN KIT E QUATTRO TRACCE

E’ in circuitazione “Quadrilogia degli stati d’animo”, il kit del primo Ep di Corteccia (un duo formato da Pietro Puccio, artista visivo che vive a Milano e da Simone Pirovano, ricercatore del suono che vive a Casatenovo in Brianza). Il kit contiene: un poster in carta fine, una cartolina formato A5, un segnalibro di carta, tote-bag in cotone stampato a mano,  un quadernino dei pensieri non detti, un solido in cartoncino da costruire e incollare e un sacchetto di semi da coltivare. E la musica? La musica!?….Ah beh, si, c’è ovviamente anche la musica (ci stavamo perdendo in questi meandri di psicogioci).

Si tratta di quattro tracce, poco più di un quarto d’ora, che rappresentano una sorta di viaggio che lascia a tratti sospesi, a tratti stupiti. S’inizia con “Oasi” che ci fa comprendere in pochi passaggi quanto la fruibilità sia l’ultima delle preoccupazioni del duo. Sono disegni vocali e strumentali, che ondeggiano e traducono stati d’animo, mai abbastanza spiegati.  “Il silenzio danneggia”, rispetto al primo brano, entra meglio e di più in una dimensione-canzone meno ermetica, sonorità strane, testo un po’ naif, ma ci sta prima di chiudere come se qualcuno avesse improvvisamente staccato la corrente. “Sono la montagna lontana” ha una ritmica accativante e trova un inciso forte e chiaro che si fa ricordare (non parliamo di ritornello, sia chiaro); si può serenamente parlare di sperimentazioni, grazie anche ad alcuni effetti vocali. E si va a chiudere con  “Solidi”, che non parte benissimo, con suoni un po’ psichedelici, ma poi il brano prende corpo, cresce, avvolge, incalza, costringe ad entrarci dentro ed è il brano più bello dei quattro proprio per questa sua intensità in crescendo, che si spegne poi, poco a poco, con un effetto corale quasi inquietante. Che dire di questo lavoro, che certamente a suo modo è stato molto pensato in ogni sua forma. Può rappresentare un progetto interessante e per certi aspetti innovativo; il coniugare i brani con degli oggetti, quelli del kit appunto, assume quasi una valenza didattica. Certo, la rinuncia alla fruibilità circoscrive la base d’ascolto, ma può condurre su strade meno percorribili, ma forse più vissute.

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