UN BRANCO DI… DIVERSAMENTE INFELICI

La sensazione principale che lascia l’ascolto di questo “Borderline”, ultimo lavoro della band bresciana Il Branco Barracuda, è quella di generale insofferenza e fastidio. Verso la vita in genere, e verso certi atteggiamenti ed ambienti in particolare. Una specie di invettiva del singolo dissociato, anche se portata con tentativi di sarcasmo e senza particolare violenza verbale.

Su una base rock, ma raffreddata da sonorità elettroniche un po’ incolori, la voce spigolosa del vocalist Claudio Romanini (in arte Il Roma, anche autore di tutti i testi) ci introduce, brano dopo brano, in una serie di ironici quanto irritati quadretti di sfiga quotidiana, sin dalla prima strofa del primo brano “Kamikaze”. Per continuare sullo stesso tono con “Vieni a casa mia”, mentre “Scandaloso” ci fa riflettere sulla presunta affidabile serietà di molti insospettabili che ci circondano. “Collidere” è forse l’unico sprazzo di quasi serenità, nella descrizione di una riuscita storia d’amore e di convivenza, per riprendere la critica sociale dell’attuale quotidianità con “Copriti”, e poi il puro fastidio padano di “Non ci sono stato mai”, e quello verso l’ipocrisia contenuto in “Funerale”. Chiude l’articolata lamentela musicale il disilluso “Parassita”. Decisamente un lavoro per animi dall’attitudine disfattista.
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