Si presenta con un package sobrio ed elegante il nuovo album di The Panicles “Simplicithy: the universe (extended)”. Undici tracce per poco meno di 45 minuti di musica e si comprende, sin dall’ascolto del primo brano, “Simplicity”, che non ci troviano al cospetto del solito rock. Qui i suoni sono puliti, la voce a tratti intensa a tratti sfumata, ogni strumento è al proprio posto.
“Semplicity” di voci ne propone un bell’amalgama ed il richiamo agli anni Settanta si respira a più riprese. “Feeling high” ci ricorda che non c’è rock senza chitarre, ma non per questo la chitarra deve devastare un brano nell’insiene comunque noiosetto. Interessante invece “Paralyzed”, brano di ampio respiro in cui è piacevole la voce ed altrettanto si può dire per “I Fall” che ritrovereno a chiusura del cd, in versione acustica. “Universe (extended)” è invece un brano che si stacca completamente dagli altri offrendo una dimensione country, soprattutto in fase di apertura, che forse meriterebbe di essere presa in considerazione in previsione di altri lavori. I due brani che seguono non sono destinati a lasciare solchi profondi mentre invece torna a risvegliare la voglia d’ascolto “B/W Photographs” che ci riporta alla dimensione di stile molto anglosassone di questa band; identica dimensione che ritroviamo in “Revolution”, che non è certamente il miglior brano dell’album, anche se presenta arrangiamenti interessanti. E si chiude con la versione acustica di “I Fall”, gradevole all’ascolto, soft, suggestiva, come è giusto che sia l’ultima espressione di un lavoro che ha portato il rock in diverse dimensioni, senza mai lasciarsi travolgere. Una band indubbiamente interessante, che con alcuni brani potrebbe anche trovare un proprio peechè in una dimensione radiofonica. Anche se alla fine la dimensione pare quella di un buon lavoro complessivo, curato ed attento, ma senza iperboli né genialità.