SUONNO D’AJERE, IL VENTO DELLA VERA NAPOLI

Da pochi giorni è uscito “Nun v’ennamurate”, il nuovo album del trio Suonno d’Ajere formato da Irene Scarpato (voce), Marcello Smigliante Gentile (mandolino, mandola, mandoloncello e cori) e Gian Marco Libeccio (chitarra classica, chitarra elettrica, chitarra acustica e cori).

L’album, caratterizzato da dieci tracce, è frutto di passione e ricerca poichè il trio si è buttato a capofitto tra il patrimonio immenso della canzone napoletana tradizionale per approdare alla realizzazione di questo progetto che contiene alcuni inediti ed alcune rielaborazioni che mostrano il volto più vero della canzone napoletana proposto con ironia, veemenza, dolcezza amara e teatralità. La voce di Irene Scarpato è, a mio avviso, quanto di meglio si possa auspicare quando si parla di vera canzone napoletana. Mi riporta a grandi interpreti quali Miranda Martino e Angela Luce e fa rivivere in me, che napoletano non sono, le atmosfere della Napoli dei vicoli, quella più povera e vera che tanta cinemayografia degli anni Cinquanta e Sessanta aveva  trasformato in un’icona  dell’Italia di quegli anni nell’immaginario popolare di tutto il mondo. Accanto all’eccellente Irene Scarpato  si collocano i due musicisti che con lei danno vita ad un sodalizio di grande spessore e lo sanno fare con incisività e discrezione premiando ancor più la ricerca, anche testuale, di quelle canzoni. Senza fare graduatorie improbabili, vista la qualità complessiva di questo lavoro, mi piace comunque citare “Fotografia”, “Il Vesuvio a Parigi” con la partecipazione delle Sorelle Marinetti, “Ammore busciardo” con l’intervento di Raiz e la deliziona ” ‘E ggioche ‘e prestiggio” che mi riporta al teatro d’altri tempi o ai cantastorie che incanavano le piazze. Un disco molto interessante, a mio avviso anche con una valenza didattica, un bello scampolo di napoletanità, che non apparirà nelle classifiche ricorrenti, ma che è già una testimonianza.

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