SKIOFFI: ALLORA C’E’ ANCORA CHI SA SCRIVERE COSE BELLE

Skioffi è in ambito musicale uno dei pochissimo arrtisti contemporanei che pare essere riuscito a creare un perfetto equilibrio tra dimensiobe cantautorale, pop, un’occhiatina al rap ed un puzzico di rock. Il suo nuovo Ep, “Alice” ne è la conferma. Sette tracce che alla fine dell’ascolto lasceranno il sentore di un personaggio assolutamente interessante, che sa anche scrivere, perchè finalmente qui la dimensione testuale incontra felicemente quella musicale.

S’inizia con “Alice”, il brano che dà il titolo al progetto e che, a dirla tutta, non è la cosa migliore di questo Ep, al di là dell’ambiente molto green che introduce il pezzo e di una musicalità profonda e tutto sommato suggestiva. “Ti vorrò ancora” ha una buona carica emotiva ed altrettanto buoni arrangiamenti oltre ad un ritornello che “arriva”. E’ in effetti “Je t’aime”, forse, il brano migliore dell’Ep, con ancora il pianoforte che in questo lavoro gioca un ruolo importante a sostegno di un’ottima linea melodica e molto convincente è anche “Gli occhi dell’albero”, ancora pianoforte, ancora un testo che racconta, che trasmette sensazioni, che crea immagini ed una musicalità che dà il giusto pathos alla canzone. “Il vento più caldo” affida invece le note introduttive, ma poi anche buona parte del brano, ad una chitarra che porta il suo contributo ad un ottimo arrangiamento; forse non troppo convincente è il ritornello, ma il pezzo scivola comunque via piacevolmente. “Domenica sera” sta un gradino sotto rispetto ai due brani che lo precedono; è un pop semplice e senza troppe pretese, nulla di disastroso, ma neppure di indimenticabile. E si chiude con “Al cielo di Roma” che ci riporta ad una dimensione molto cantautorale, offredoci nuovamente un ottimo testo, sonorità interessanti, buoni arrangiamenti, cioè tutti gli ingredienti che ne fanno una buona canzone. Dunque si può dire che questo Ep è certamente in  grado di definire la cifra artistica di Skioffi, al di là di quanto non possano fare le collaborazioni, pure interessanti, con Achille Lauro, Rancore, Gemitaiz e altri. E’ il segnale confortante che rivela come vi sia ancora chi sa scrivere buone canzoni ed anche interpretarle.

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