“La pazza nella soffitta” è il curioso e accattivante titolo del nuovo album di Elisa Genghini, cantautrice riminese, figlia di un bagnino e di una turista tedesca, vale a dire la rappresentazione più classica degli amori estivi di qualche decennio fa, quindi, a sua volta, testimone di un’epoca rimasta indimenticabile. Elisa è anche scrittrice ed ha al suo attivo quattro libri, uno in più degli album che ha sino ad oggi realizzato.
Il suo nuovo progetto è caratterizzato da otto tracce, ciascuna pensata individuando tra le pieghe della storia tante figure anonime femminili, i tratti di donne che hanno comunque portato il valore della loro esistenza e, spesso, della loro resistemza. Non sono canzoni facili quelle di questa cantautrice che interpreta i suoi brani con apparente leggerezza, raccontando però sensazioni e scampoli di vita importanti. Otto canzoni testualmente ben scritte, con alcuni spunti interessanti, ma musicalmente non sempre riuscitissime, alcune con linee melodiche che suscitano a tratti qualche perplessità, altre con arrangiamenti non sempre del tutto convincenti. Su tutto però prevale la voce cristallina di Elisa, che indiscutibimente sa cantare e lo fa senza mai andare sopra le righe, con determinazione e pacatezza, rendendo migliori anche alcune canzoni non proprio riuscitissime. Sostanzialmente mi sento di dire che almeno il cinquanta per cento dei brani contenuti in questo album, va al di là della sufficienza. In particolare, ho trovato molto curiosa e piacevole “A differenza di me”, che è a mio avviso il pezzo migliore del disco; molto bene anche “Climaterio”, che apre l’album e “Altre primavere” che lo chiude; gradevole anche “La grammatica del disamore” e discreta “La pazza nella soffitta” che è il brano che dà il titolo al disco. Nell’insieme un progetto interessante, per il quale non è comunque sufficiente un solo ascolto; la fruibilità dei brani è relativa e non sempre di immediata percezione e non vi sono picchi di particolare eccellenza così come non vi sono “scivoloni” evidenti. Consigliato comunque per chi ama ancora cercare nei testi storie di vita, di passioni e di attese.