E’ da pochi giorni in circuitazione “Discorsi a metà”, il nuovo album del cantautore Francesco Gilioli, ventiseienne, originario di Mirandola nel Modenese, diplonato in chitarra al Liceo Musicale “Isabella D’Este” di Mantova, attualmente studia composizione al Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna. Ha al suo attivo un Ep, un paio di singoli, svariate collaborzionui e numerose serate in diverse località, prevalentemente tra Lombardia ed Emilia. Questo progetto racchiude otto tracce e cerca di esprimere in modo più ampio la dimensione musicale di Gilioli. In realtà, non va oltre ad un lavoro nell’insieme piacevole, ma non entusiasmante, con qualche cedimento non tanto nell’esecuzione dei brani, quanto nella composizione.
S’inizia con “Binari d’amore” che mette in luce una voce apparentemente acerba che in diverse circostanze richiama molto da vicino quella di Pupo; il brano segue percorsi classici con un ritornello ed una linea melodica non del tutto convincenti. “Non più” appare più interessante, pur nella sua semplicità. “Apprendista”, come il brano precedente, prende avvio dal suono pieno di una chitarra ed alla fine risulta fruibile e adatta per un ascolto non sempre attento. “Già domani” è un brano musicalmente più apprezzabile, senza particolare intensità narrativa dal punto di vista testuale e quindi nell’insieme un po’ fragile. “Io e te” non ha una linea melodica particolarmente attraente ed il brano scivola via senza lasciare traccia. Diversa è “Ninna nanna”, forse la canzone migliore dell’album, con un buon arrangiamento ed un testo decisamente più coinvolgente. “Chiedi al mare” mi riporta alla dimensione precedente, che non va oltre ad una piacevolezza fluida e piana. E si va chiudere con “Ama ciò che sei”, brano con un buon andamento, un po’ banaluccia la linea melodica, fruibile ma non memorabile. Al termine dell’ascolto si ha la sensazione che anche in questo caso come spesso accade nel mondo degli emergenti, ma non slo, sarebbe stato sufficiente un altro Ep che avrebbe consentito di dare più evidenza ai brani più riusciti risultando forse alla fine un prodotto più convincente. In questo caso invece la mediocrità di alcuni brani tende a distogliere l’attenzione di chi ascolta. Vocalmente Gilioli non è male, ma occorrerebbbero canzoni più vissute, più intensamente interpretate o forse semplicemente più mature.