Una dedica al padre ed un viaggio immaginario verso l’isola di Bathalaa, si presenta così Riccardo Inge con il suo ultimo album”Bathalaa”, pubblicato qualche settimana fa. Un viaggio esotico di nove tracce che spaziano dall’indie al pop rock e che raccontano gli ultimi anni del suo percorso cantautorale/ingegneristico.
Il disco, diciamolo subito, non ha grandi ambizioni, molto scanzonato con diversi riferimenti al mondo dei più giovani, tanti spunti presi dalla quotidianità e l’immancabile storia d’amore finita. Ma c’è spazio anche per temi più profondo come la solitudine cantata nel brano “Metropolitana”. Il disco si apre con “Fulmicotone” ed il suo ritornello dal ritmo prepotente per raccontare della classica storia nata da un’amicizia su fb. Sulla stessa allegra scia il brano pop “Mutuo”, se spogliato del sound brioso onestamente resta poca sostanza. Una denuncia della società moderna ed alla smania di apparire è racchiusa in “Abbiamo preso l’influencer”. Momento delicato è “Due ragazzi due ragazze”, l’amore a prescindere dall’orientamento sessuale e razziale. Nel complesso l’album non risulta particolarmente accattivante, restiamo in attesa del prossimo lavoro.