QUEL FESTIVAL DI SANREMO CHE S’HA DA FARE AD OGNI COSTO

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Il Festival di Sanremo si farà. Si era capito sin da subito che si sarebbe fatto poiché mai la Rai avrebbe rinunciato ad un giro di affari da 37 milioni di euro, con o senza pandemia. Proprio quest’anno, che mai come prima vedrà sfilare la musica indipendente sul palcoscenico dell’Ariston, il teatro sarà vuoto, trasformato in una sorta di studio televisivo. E tristemente vuota sarà anche piazza Colombo, adiacente alla struttura teatrale, anima esterna del festivalone ove ogni annoi veniva allestito un grande palcoscenico che vedeva le esibizioni non stop di artisti per tutto il periodo del festival. Nessun assembramento fuori dal teatro in attesa dei cantanti, che non compariranno perché saranno accompagnati nei loro alberghi passando dall’uscita retrostante la struttura. Insomma, il Festival di Sanremo sarà a tutti gli effetti un evento esclusivamente televisivo che necessiterà di autorizzazioni particolari anche per lo spostamento tra regioni di artisti, discografici, tecnici e giornalisti. Non era mai accaduto nulla di simile in 71 anni di storia della rassegna e rimane il grande interrogativo che in molti si sono posti in questi giorni: era davvero il caso di mettere in pista ad ogni costo un festival che sarà così fortemente snaturato nei contorni che da sempre lo rendono una grande festa popolare? Era davvero il caso di inventarsi alchimie e stratagemmi per garantire lo svolgimento di una manifestazione di spettacolo, mentre il mondo dello spettacolo è fermo da mesi in attesa della riapertura di teatri e sale cinematografiche? E che dire del buon Amadeus che solo un mese fa aveva tuonato, asserendo che mai avrebbe condotto un Festival senza pubblico in sala e che invece, alla fine, condurrà le cinque serate nel deserto? E’ evidente che se…Sanremo è Sanremo, come si sente ripetere sin dai tempi di Pippo Baudo, anche gli affari sono affari ed il denaro, alla fine, è l’unico motore in grado di far funzionare qualsiasi macchina, anche le più riottose. Agli artisti in gara rimarrà il ricordo della partecipazione al Festival di Sanremo più anomalo della storia e non vale neppure il classico augurio di…vinca il migliore, perché sappiamo bene che all’Ariston non accade quasi mai.

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