QUANDO I COLONNELLI FANNO IL METAL

Quello di Colonnelli, nelle dieci tracce di “Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi” (titolo liberamente ripreso da una grande poesia di Cesare Pavese) è un metal allo stato puro, ma non allo stato brado e la differenza non è di poco conto. E’ difficile dare ordine ad un prodotto musicale inserito in un filone che è abitualmente la quintessenza del caos, ma in questo caso l’operazione è in buona parte riuscita.

Le chitarre di Leo Colonnelli ruggiscono dall’inizio alla fine del cd, la batteria alla quale si alternano Bernardo Grillo e Roberto Russo, crepita come una mitraglia quasi ininterrottamente ed il basso che si scambiano Andrea Alunno Minciotti e Gianmarco Russo “gira” come un vortice. Però in questo album i testi ci sono e le parole si colgono nel delirio della musica. Spesso non accade neppure nel rock meno iracondo, laddove il cantato viene troppo spesso sommerso dal frastuono. Qui non accade quasi mai. Altra caratteristica assai più curiosa, dal punto di vista musicale (e questo vale per quasi tutti i brani) la parte migliore è quasi sempre quella delle “chiusure”, mai banali ma anzi, spesso sorprendenti. Volendo citare i brani più riusciti, non si possono non inserire “Circo Massacro”, “Magnitudo Dieci”, “Ero vestito di nero” (pur nella sua brevità) e “La marcia dei Colonnelli” che chiude anche l’album. Sempre tra le curiosità, da segnalare “Scenderemo nel gorgo”, brano dolcissimo, assolutamente fuori dai fogli che compongono questo progetto, brevissimo (appena 40 secondi) affidato alle corde della chitarra acustica di Filippo Chiarello. Concludendo: una volta superata la sensazione che il metal sia perlopiù un’infinita variazione sulle stesse corde, da queste tracce si possono cogliere anche passaggi di pregio, anche senza sentire per forza il dovere di dare una chiave interpretativa ad un modo di pensare alla musica che, nella migliore delle ipotesi, attinge alle fonti della rabbia e di una ribellione anche troppo ostentata. (Colonnelli – “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” – (R)esisto).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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