“QUALCOSA DI VERO AL MONDO” CE LO REGALA LUCIANO TARULLO

E’ da poco uscito (lo ha presentato nei giorni scorsi in occasione di una serata svoltasi ad Agropoli) il nuovo album di Luciano Tarullo intitolato “Qualcosa di vero nel mondo”. Tarullo è un cantautore e musicista che non a caso ha presentato questo suo nuovo lavoro nella cittadina salernitana che è anche il suo luogo di nascita. Laureato al DAMS, proprio ad Agropoli Tarullo è stato direttore artistico del live club “Officina72”, ove ha organizzato oltre cento concerti. Attualmente è docente di educazione musicale presso un istituto di Napoli.

Il suo percorso discografico inizia nel 2017 con la pubblicazione del singolo “Spalle al muro” e nel 2019 esce il suo primo album “L’Isola”. Seguono un tour e svariate altre incisioni. Ma veniamo a questo suo nuovo lavoro.  La prima sensazione che ho provato all’ascolto è stata una piacevole sorpresa, manifestatasi per altro sin dalla prima canzone.  Tarullo è un cantautore che fa veramente il cantautore, si propone come tale e fa delle canzoni da cantautore. E’ un aspetto importante in un’epoca in cui si definisce “cantautore” anche chi mette le virgole ai testi o chi scribacchia tormentoni non sense, che intanto quando hai una birra in più in corpo tutto va bene. Tarullo narra, scrive canzoni che hanno quasi sempre una linea melodica che premia la qualità, ma anche la fruibilità. Ha una voce calda, pacata, lineare. Buona parte delle sue canzoni hanno quale primo strumento a supporto il pianoforte; spesso si coglie un velo di malinconia, talvolta quasi di rimpianto, sempre di sentimenti che vuole trasmettere così come lui li ha provati.  “Insegnami a sorridere ancora” è a mio avviso il brano più intenso, ma subito dopo ci metterei “Quando scopriremo di essere grandi” e, ancora “Quello che siamo diventati” o “Puoi chiedermi quello che vuoi”. Canzoni che vanno ascoltate senza avere altro per la testa, come si faceva con i cantautori storici italiani che appena iniziavano a suonare trovavano le nosre menti aperte come quaderni tutti da scrivere. Certo, nell’album vi sono anche alcuni brani di minore impatto, forse meno fruibili o forse, più semplicemente, meno riusciti. Ma rimane quel cantautore che sa fare il cantautore, che dà importanza alle parole, le sceglie una ad una affinchè, quando l’album finisce, ci si possa alzare dal divano più ricchi di storie che non conoscevamo.

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