Non so se per associazioni musicali o se per il titolo di questo album (“La composizione dell’aria”), dalle prime note l’ho associato alle musiche dei Deproducers. Credo di poter escludere una conoscenza diretta tra i Quadrosonar e loro ma, la musica, talvolta, apre dei cassettini della memoria che poi capirne il perché non è sempre scontato.
E dunque concentriamoci su queste dieci tracce, un disco abbastanza variegato, un concept album che spazia dal pop sinfonico, al funk etnico, al rock con questo loro nuovo progetto in lingua italiana e che pone l’attenzione su un elemento tanto vitale quanto astratto: l’aria. E’ con “Alianti” – prima traccia del disco – che inizia questo viaggio virtuale immaginando di essere un aliante e viaggiare spinti dalla sola forza del vento. Osservare da lontano e con distacco la quotidianità per coglierne il significato più profondo. Un consiglio saggio questo dei Quadrosonar, ma utopistico nella realizzazione se non, appunto, in un viaggio onirico. Dall’utopia ad una storia vera, quella di Daniele Barillà e dei 7 anni trascorsi in carcere da innocente raccontati in una miscela funk/rock (“L’ora d’aria”). È un viaggio delicato questo de “La composizione dell’aria”, un disco che va ascoltato nel silenzio assordante dei nostri pensieri e dovrebbe portarci a riflettere sull’importanza delle piccole cose (“Tutta quanta l’aria”) e provare a cercare la felicità, se non altro come la intendeva Shopenauer (“Il caro e buon vecchio S”). La chiusura è affidata alla titletrack “La composizione dell’aria” ricongiungendosi in un metaforico viaggio alla prima traccia. Ascolto consigliato.
