“Tal cil des acuilis”, il Friuli di Giulia Daici

S’intitola “Tal cil des acuilis” ed è il nuovo album di Giulia Daici. Raffinata cantautrice friulana che questa volta ha deciso di realizzare un cd interamente nella lingua delle sue origini. “Tal cil des aquilis” significa “Nel cielo delle aquile” ed è la terza fatica discografica di Giulia che in precedenza aveva già realizzato l’Ep “Attimi” (2007) ed il primo album ufficiale intitolato “E poi vivere” (2011).

 

 

Il nuovo cd si apre con  “Lîdris di armonie” (“Radici di armonia”) che introduce chi ascolta nelle atmosfere che più caratterizzano la musica di Giulia Daici. Ed il secondo brano è quello che dà il titolo all’intero lavoro. Una canzone con la quale la cantautrice offre immagini quasi oniriche, fatte di quegli immensi panorami godibili dall’alto delle “sue” montagne. E, su tutto, il volo delle aquile. Un brano delicato e suggestivo che scivola poi dall’incanto dei paesaggi all’essenza dell’uomo, nella sua ricerca di vita e di libertà con “Nol vâl mica pôc” (“Non vale mica poco”), canzone scritta da Simone Rizzi come “Ti vuei ben” (“Ti voglio bene”), dichiarazione d’amore a tutto tondo che prende a prestito la poesia. Ed a proposito di poesia, il brano successivo, “Lis nestris sensazions”, scritto da Giulia, ce ne ripropone alcuni scampoli con passaggi del tipo “…e non c’è niente di più speciale che avere il vento in tasca e niente più…”, bellissima immagine messa lì, con tanta semplicità. “Scusimi” (“Scusami”) è un brano scritto a quattro mani da Giulia Daici e Ilva Valusso, con attimi di intenso vissuto. Simpatica e dolcissima poi “Serenade di lȗs” (“Serenata di luce”) eseguita con i bambini e le bambine della scuola primaria di Artegna (Udine) e del Gruppo “In Arte…Buri” di Brutrio (Udine). Un’esperienza esemplare anche dal punto di vista didattico. In “Gnots d’unvier” (“Notti d’inverno”), brano di Simone Rizzi, forse un passo indietro rispetto agli altri, è però l’arrangiamento a fare la differenza con una pienezza musicale che rende convincente una canzone che, diversamente, forse non avrebbe lasciato traccia. “Ariar” (“Aria”) è la canzone che Giulia ha scritto ritrovando la vena poetica di “Les nestris sensazions” e la voglia di dare un’estensione diversa al proprio canto, tessendo un piacevole ricamo di note. E, per chiudere, “No tu sês” (“Non ci sei”), brano malinconico che dà corpo al ricordo di un nonno che non c’è più e che ci accompagna verso il silenzio, dopo un cammino che pare essere stato tutto percorso in punta di piedi. Doverose le citazioni, a completare il tutto: Simone Rizzi in particolare, che un ruolo di primissimo piano ha avuto nella realizzazione di questo album. Eppoi Enrico Maria Milanesi alla chitarra acustica, Alessio de Franzoni al pianoforte, Andrea Varnier alla chitarra acustica, Serena Finatti voce. Ed è altresì doversoso sottolineare che, pur trattandosi di un cd interamente interpretato in una lingua che ha dimensione regionale, avvalendosi anche delle traduzioni accortamente inserite, non perde nulla della sua integrità, neppure all’ascolto di chi il friulano non lo conosce.

(per contatti www.giuliadaici.com)

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