“Sèttete” tutto da ascoltare

“Sèttete” è un album in circolazione ormai da qualche mese e, per quel che ne sappiamo, anche con una certa fortuna. Ma è forse il caso di riparlarne perché Marialuisa De Prisco, autrice di testi e musica oltre che interprete, quindi cantautrice, è una personalità artistica sorprendente. Che questo progetto sia frutto di un meticoloso, attento, ostinato e puntiglioso lavoro lo si intuisce ancor prima di ascoltare i dieci brani che vi sono contenuti. Un packing accurato, con i testi raccolti in un volumetto ove le immagini, le parole delle canzoni ed il volto dell’artista, sono una miscellanea perfetta in cui nulla è strillato o eccessivo, ma tutto risulta accattivante ed equilibrato. L’album si apre con un brano intitolato “Maledetto amor” che attraverso alcuni passaggi che evocano tanghi e tangheri animati da briosa malinconia, ci mette sull’avviso che gli arrangiamenti di queste canzoni meritano un’attenzione particolare per la loro accuratezza. La voce decisa di Marialuisa emerge ben presto, confermandosi in “Quanta strada” per poi farsi delicata in “Non c’è mare”, ove sono di nuovo gli arrangiamenti ad indurci a cercare, uno ad uno, i nomi dei musicisti ai quali rivolgere un silenzioso applauso. Una parentesi per un grazioso giochino di parole in “Comete” (come te, come me, comete….) per poi scoprire in “Inno al progresso” una cantautrice-cantattrice che ci lascia immaginare quanto interessante potrebbe essere poter ascoltare e “vedere” l’esecuzione di quel brano in dimensione live. Certo, non sono tutte rose e fiori ed un paio di brani potrebbero far calare per qualche istante il livello di attenzione dell’ascoltatore (“Musica” e “Teatro di sopravvivenza”), non perché particolarmente carenti, ma forse solo perché privi di quell’incisività alla qualc ci avevano abituati le prime canzoni ascoltate. Ma si riprende quota con “Deja vu”, un brano trascinante e scherzoso che ha fruttato a Marialuisa De Prisco il terzo posto all’11a edizione di Biella Festival Autori e Cantautori nel 2009 (il brano è poi stato reinterpretato, sempre a Biella Festival, nell’ottobre scorso, dalla cantante inglese Wendy Guevara). I due ultimi brani, “All’apparenza” e “C’è posto” ripropongono la voce intensa della cantautrice, nel primo caso con un sontuoso intervento della tromba di Gianfranco Campagnoli e nel brano conclusivo con il delizioso commento di pianoforte di Pino Tafuto che è anche colui che si è occupato degli arrangiamenti dell’intero album la cui produzione artistica è di Armando Alfano. Un ottimo lavoro a coronamento di un egregio progetto che sottoponiamo ai nostri lettori ricordando anche l’indirizzo www.myspace.com/marialuisadeprisco ove è possibile ottenere eventuali ulteriori informazioni.

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