Adolfo Durante è uno di quegli interpreti che il palcoscenico lo misurano nota dopo nota e poi lo divorano, inchiodando alla sedia chi ascolta ed osserva prendere forma i personaggi e le storie che lui va cantando. Dal suo Ep, “Reslience” (letteralmente elasticità), si evince solo in parte questa rara capacità di vivere le canzoni e non solo di cantarle.
E in quattro delle cinque tracce, c’è molto di quell’Alessandro Hellmann, autore di grande raffinatezza, che di volta in volta si incontra con le intuizioni di Michele Amadori, Mario Gentili e Alberto Lombardi (che è anche l’arrangiatore oltre che il produttore di “Resilience”). “Non sono più forte” è la canzone che apre l’Ep ed è un brano molto intenso, quasi drammatico, che pone in risalto la variegata tavolozza vocale di Durante e il brano successivo, “Stella” ci pone al cospetto di una bellissima linea melodica in un contesto assolutamente poetico, molto bene l’arrangiamento che contribuisce non poco a rendere questo brano fruibile, ma non banale. “Lungo treno dei ricordi” è il brano meno riuscito, o forse è semplicemente il brano che assai meno degli altri è nelle corde di Durante, nonostante anche in questo caso non sfugga l’accuratezza dell’arrangiamento; ma il brano risulta alla fine una sorta di corpo estraneo. Notevole il testo di “Le parole vere”, che viene in soccorso ad una linea melodica non eccezionale, testo che trova nell’interpretazione di Durante una definitiva conferma. E si chiude con una cover, un brano di Ivano Fossati, “Amore degli occhi” sontuosamente reinterpretato da un Durante che immaginiamo intento a trasmettere le emozioni e gli stati d’animo dei quali la canzone è intrisa. Ed un ottimo lavoro lo fanno anche gli archi ed il solito arrangiamento ben calibrato. Un eccellente Ep (molto raffinato anche nel package), che rivela, qualora fosse ancora necessario, che un progetto di qualità non richiedere necessariamente grande quantità.
