“Breve ma incenso” è il titolo dell’ep di Jurijgami recentemente inciso per l’etichetta indipendente belga Cello Label. Cinque tracce che scorrono abbastanza agilmente, in alcuni casi rivelando una buona fruibilità, ma complessivamente anche una certa fragilità.
S’inizia con “LBNST” che sta per “la banda non si tocca”, frase che diventa il tormentone di un brano musicalmente senza pretese, che propone una vocalità sicura e disinvolta a garanzia di una buona fruibilità. “Tre il tedio e il dolore”, al di là del titolo che ci rimanda, ma solo per un secondo, a Battiato e che scopriamo voler rimandarci, ma anche qui per un secondo, ad Arthur Schopenhauer, si tratta di una canzoncina un po’ più elaborata della precedente, con un buon ritornello. “Girati verso di me” dà l’impressione di volere essere qualcosa di più impegnativo, la linea melodica è meno immediata, ma anche qui non ci si trova nulla di…incenso. Bella invece l’idea di “Christian De Sica”, canzone che al Festival di Sanremo, ove piacciono le trovate non troppo impegnative, probabilmente avrebbe ottenuto più di un apprezzamento a narrar di cinema e cinepanettoni con un sorriso. Ed ecco l’ultima traccia, “Flyng Spaghetti Monster” con qualche spunto ironico in un contesto che potremmo comunque definire un pop d’artiglieria leggera. Non si può dir male di “Breve ma incenso”, che pare un compitino ben svolto, ma certo lo stesso Jurijgami per primo credo abbia la consapevolezza che qui di memorabile non c’è nulla, in ottemperanza a quell’usa e getta che è oggi tanta parte delle musica italiana ed internazionale, in attesa che il vortice della rete e dei social si stabilizzi e ci restituisca il tempo di riflettere.