“Tilt” è il titolo del nuovo album del cantautore Pino Marino che celebra con queste dieci tracce i suoi vent’anni di attività in ambito discografico. Un lavoro che rivela un percorso artistico vissuto ed intenso, che diviene in questa occasione patrimonio prezioso per sfornare un prodotto di taglio decisamente cantautorale che sa fondere la capacità di osservare il mondo con pacatezza, ma anche con la consapevolezza del presente.
Il viaggio inizia con “Calcutta”, brano che mesi fa aveva anticipato l’uscita dell’album con un video affidato alla regia di Marco Arturo Messina. “Calcutta” ha una bella musicalità ed un buon andamento vocale che ne fanno un brano di buona fruibilità pure in un contesto in cui un’ironia, a tratti venata di rabbia, ne va a rappresentare lo spessore. “Pensiero nucleare” è una canzone meno coinvolgente con un testo che fotografa suggestioni con maggiore essenzialità. Bello e a tratti poetico il testo di “Caterina volentieri” che asseconda una vena malinconica. E piace anche l’intuizione di “La mia verità” che stenta però a decollare musicalmente ed alla fine dà la sensazione di non riuscire a sviluppare con la giusta intensità gli intenti testuali, diluendosi un poco. “Maddalena” si apre con la voce ferma di Ginevra Di Marco finchè anche la voce di Marino non giunge a creare un duetto ben assortito per una canzone (mai banale neppure questa) che ha un andamento piacevole. Con “Io non sono io” ci si addentra nella seconda metà del progetto che è anche la parte migliore perchè è un crescendo di belle sensazioni sino al brano di chiusura; “Io non sono io” ha un testo estremamente interessante ed una ottima linea melodica, segnato da un po’ di minimalismo nei suoni e quindi negli arrangiamenti, risulterà comunque uno dei brani migliori del cd. “La statua della libertà” è un’altra intuizione molto brillante con buon testo e buon arrangiamento, seppure sempre minimalista. Cresce il taglio cantautorale in “Crepacuore” e cresce la dimensione musicale con un sax che dà profondità al brano (nel testo, curioso il riferimento del letame dal quale nascono i fiori di chiara ispiraziobe deandreaiana). “Roma bella” è affidata alla voce calda, intensa ed emotivamente coinvolgente di Tiziana Tosca Donati, che il grande pubblico conosce semplicemente come Tosca; è una canzone bellissima che anche nella linea melodica ci riporta ai brani legati alla tradizione della capitale e ci fa ripensare a grandi interpreti quali Lando Fiorini, Gabriella Ferri e tanti altri. E si va a chiudere con “Tilt”, un curioso brano affidato alla recitazione ferma e pacata di Vinicio Marchioni che mette insieme tutti i concetti più poetici espressi nelle precedenti nove canzone e ne fa emergere una sorta di pièce teatrale di chiusura che meglio non potrebbe racchiudere il senso di questo progetto. Ottimo lavoro dunque quello di Pino Marino, per contenuti, per originalità ed anche per l’interpretazione, mai sopra le righe e mai scontata.