PERLE…D’ACQUA NELL’ALBUM DI ANGELA NOBILE

E’ in circuitazione da alcune settimane l’album “Acqua” dell’interprete siciliana Angela Nobile. Undici tracce (quasi tutte scritte da Lorenzo Vizzini)  molto professionali che mettono un risalto un progetto dalle diverse sfaccettature che passano da un pop di prima fascia ad una dimensione più cantautorale, senza trascurare il folk e con uno sguardo anche a quel melodico di cui non ci si dovrebbe mai vergognare (il che, in tempo di rap, richiede un po’ di determinazione).

S’inizia con “Domani chissà”, brano dalla linea melodica molto semplice che ci pone però subito al cospetto di una voce che piace e che “arriva”. Lo conferma anche “Il solo senso”, canzone pervasa da un filo di malinconia con un buon testo ed un arrangiamento pulito. “I sensi” lo vorrei definire un brano… di transito, ben interpretato, musicalmente senza ombre, ma sostanzialmente poco incisivo. Ben altra cosa è invece “Bedda luna”, cantata in siciliano con la partecipazione di Mario Incudine; una canzone che ha il sapore di quella Sicilia che è la terra di Angela, un incontro di due voci che si coniugano alla perfezione, una parentesi folk in chiave moderna che incuriosisce e coinvolge chi ascolta. Il brano più bello dell’album è però “Un po’ di pace”, una canzone immediata, con un bel testo, un ritornello più che radiofonico, si potrebbe quasi dire sanremese, se fossimo in prossimità del festivalone, una struttura musicale per molti versi tradizionale entro la quale la voce di Angela trova una dimensione molto definita. Il brano successivo, “L’ansia”, crea un ambiente di maggiore vivacità, dal sapore estivo, con un ritmo che non va mai sopra alle righe, un buon arrangiamento e un po’ di positiva leggerezza. “Un vuoto al cuore”, con la partecipazione del soprano Barbara Catera, ha un taglio cantautorale, è una canzone più meditata, forse meno fruibile di quanto sin qui ascoltato; meno convincenti gli arrangiamenti, che a tratti generano una sensazione di vaga freddezza. Per questa ragione appare assai più convincente la seconda versione di questa canzone, quella in piano mood, che chiude l’album e che esalta più che altrove la voce di Angela. Con “La vita in due” si torna alla dimensione più pop per un brano semplice e piacevole. In “Vivere” ritroviamo un buon testo, un ritornello che “arriva” facilmente e un arrangiamento ritagliato sulle parole che ne consente la valorizzazione. “Il trucco dell’artista” infine è un brano ponderato dal taglio classico, la voce pone in risalto una “tavolozza” a più tinte, sempre ben modulata. “Acqua” è dunque, complessivamente, un progetto riuscito, un lavoro curato nei dettagli, una serie di tracce senza cedimenti, un cammino senza inciampi, che piacevolmente accompagna chi ascolta lungo percorsi fatti di sensazioni, emozioni, vita vissuta e vita sperata, lasciando maturare la convinzione che per questa artista un posto nella semifinale di Sanremo giovani 2017 con il brano “Un vuoto al cuore” sia poca cosa rispetto alle sue potenzialità.

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