Facciamo nostra questa provocazione che Lorenzo Tempestini ha redatto per “Pratosfera”. I quesiti che emergono dalla lettura di questo articolo sono tutti assolutamente concreti. E spesso le risposte che ne scaturiscono sono banalmente prive di motivazioni reali (o comunque certo non all’insegna di un divertimento sano) frutto più di interessi di bottega che non di effettive esigenze temporali e logistiche.
“Cominciamo tardi perché fino alle 23 non arriva nessuno”: ma perché? Che pubblico frequenta la musica live? Un gruppo di vampiri? Perché i concerti nei locali e nei club iniziano sempre più tardi sia nel fine settimana che durante i giorni feriali? A che pro? Si fa gara a chi arriva più tardi, chi arriva presto è uno sfigato (o molto spesso rimane fuori per ore intere). Prima di arrivare in un locale a sentire un concerto si va in un altro posto a fare una bevuta, tanto il locale x o y non è ancora aperto. Ma è davvero un vantaggio per i locali, sempre più pressati da spese, burocrazia e rapporti col vicinato, coltivare questo “vizio”? Siamo stanchi degli eventi facebook “inizio serata alle 22” e poi fino alle 23 il locale non apre nemmeno le porte, lasciando in stagione invernale pure la gente al freddo e al gelo. Una politica per giovani studenti universitari, ovvero persone a cui poco importa se finisce tutto in piena notte, che sia martedì o sabato. La fetta di pubblico tra l’altro con meno soldi in tasca, se ci si pensa bene. Il lavoratore medio: quello che la mattina alle 8,30 la mattina dopo deve essere in ufficio è colui che si dovrebbe prendere a misura per le serate live, forse. O comunque anche un giovane studente che non ha voglia il mercoledì sera di fare per forza le due di notte per ascoltarsi la sua band preferita. Non è una questione “da vecchi” proporre di iniziare prima i concerti, è una questione di rispetto. Anche i musicisti escono penalizzati da questo discorso: indipendentemente dal cachet i signori musicanti si trovano spesso un pubblico composto o da dormienti o da ubriachi molesti che sono alla quarta bevuta “in attesa” o ancora da persone che fissano l’orologio pensando alla sveglia del mattino dopo. E invece no, ci si trova di giovedì sera alle 23,30 ad aspettare che qualche essere umano salga sul palco. Di chi è la colpa? Perché nel resto dell’Europa non c’è questo problema? E se tutti i proprietari di locali iniziassero a dire: “si inizia a questa ora, tassativamente”. A forza di perdersi l’inizio dei concerti la clientela prima o poi si adeguerebbe. La nostra vuole essere una provocazione: un modo per riflettere insieme della questione e magari intavolare una discussione, almeno su Prato. Perché tanto le 4 di notte si trova comunque il modo di farle comunque: del resto non siamo né in Trentino dove si cena alle 17.30 né a Siviglia dove prendono l’ammazzacaffè alle 3 di notte. Non è una questione “da vecchi” proporre di iniziare prima i concerti, è una questione di rispetto.
Lorenzo Tempestini