P.C.P., UN CD QUASI DIPINTO

E’ un’impressione piuttosto nitida, quanto lievemente sconcertante, quella che lascia l’ascolto del cd “In viaggio con Alice”, ultimo lavoro del gruppo P.C.P (acronimo di un curioso “Piano Che Piove”). Un lavoro dall’impatto quasi grafico, pittorico. Potrebbe essere paragonato all’aggirarsi all’interno di un’esposizione di quadri, la cui quasi totalità è coerente ad uno stile preciso: piacevole, moderno, sintetico.

Veloci ma curati carboncini a ritrarre scorci di vita quotidiana e metropolitana, momenti di viaggio nei quali i percorsi ferroviari hanno la prevalenza. Riflessioni mai banali, a volte anche struggenti ed introspettive, ma sicuramente comuni a molti di noi, presi nei ritmi e nelle consuetudini del mondo odierno e dei suoi piccoli e grandi tic ed esigenze. Ritmi suadenti e contemporanei, vanno a sfiorare pop, jazz, suggestioni di bossa nova. Però… però poi in mezzo a questi graziosi quadretti balza fuori, come un affresco sontuoso ed antico, la seconda traccia, “Il cartografo”, che tra percussioni mediorientali e chitarre dal profumo andaluso ti sbalzano in un altro mondo, in un passato quasi magico, tra le carte tracciate “con l’ocra e col nero” di pericolosi ed affascinanti viaggi di antichi mercanti ed avventurosi esploratori. Il desiderio e la nostalgia di un uomo solitario. Un pezzo che sa di spezie, di esotici profumi, di sogni e di magie d’oriente, dal testo assolutamente evocativo. Una sorprendente gemma musicale e poetica che spicca nel pur piacevolissimo sfondo degli altri brani, ma che si distingue sia per qualità che per stile, totalmente avulso da tutto il resto del cd. Non si può che fare complimenti a tutto il gruppo dei musicisti, competenti, emozionanti ed affiatati. Ma certamente un cenno particolare lo merita Ruggero Marazzi, autore di testi e musiche, e la voce nitida, dolcissima e suadente di Sabrina Botti. Un lavoro notevole davvero.

 

 

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