Di recente pubblicazione è “Parola di Franz!” il nuovo album di Maione, cantautore e chitarrista napoletano, milanese di adozione, che con queste dieci tracce racconta personaggi e stati d’animo, talvolta dando fiato al paradosso ed alla frustrazione di chi, nel mondo odierno, ci sta stretto. Sono brani complessivamente di discreta fruibilità, dai quali traspare tanto mestiere che Maione ha maturato lungo un percorso artistico che lo ha visto chitarrista dei Rhapsodija Trio, quindi accanato a Michele Serra, Moni Ovadia, Antonio Albanese, Antonella Ruggiero e molti altri, per approdare poi nel mondo del cinema ove è stato partecipe di svariate colonne sonore tra le quali quelle di “Pane e Tulipani” e “La tempesta” di Soldini. Un curriculum importate e variegato che lo ha condotto alla realizzazione di questo album, non sempre convincente.
S’inizia con il divertente tratteggio de “Il gobbo dell’ultimo piano”, una canzone musicalmente coinvolgente che pone quale protagonista questo torvo ed un po’ dispettoso “gobbo”. “Parola di Franz!” è il brano che dà il titolo all’intero progetto, canzone un po’ meno convincente di quella che apre il cd, con lo sguardo rivolto al nonsense e, musicalmente, meno agile. Su “Atto di dolore” mi limito a dire che questa rivista, per scelta editoriale, continuerà ad ignorare ogni riferimento religioso che possa in qualche modo apparire irriguardoso. “Batti cuore!” assume contorni pop rock abbastanza marcati e, almeno musicalmente, acquista un suo dinamismo che corre sulle note. “Tiemp’”, cantata in napoletano, è forse la cosa migliore di questo album, molto buona la linea melodica ben sorretta dagli arrangiamenti e dal supporto vocale, qui più che altrove apprezzabile. “Tutto quello che mi manca è un attimo” dice già ogni cosa nel titolo, a tratti la voce ed i toni di Maione ricordano il buon Buscaglione, per poi tornare sé stesso; è un brano che potrebbe essere un buon motivo per un film. “Le cose già dette” è un brano discreto ma senza elevate soglie di attrazione mentre “Il ritornello dell’uomo normale” è un brano denso di significati sociali, spesso espressi in forma allegorica come quasi sempre avviene in questo lavoro, con un “giro” di musica molto fruibile. Qualche perplessità invece su “Sono molto disturbato” che certamente ha l’obiettivo di tratteggiare un certo modo di vivere plagiati dall’indifferenza e dal caos moderno, ma il pezzo diventa ossessivo, troppo, pur se con l’intento di voler rimarcare uno stato. E si va a chiudere con “La linea gialla”, canzone metropolitana che di quella dimensione trasmette tutta la freddezza. “Parola di Franz!” non è un brutto lavoro, soprattutto per gli intenti che lo caratterizzano, che però in alcune circostanze non centrano l’obiettivo perché l’idea per essere diffusa deve essere in qualche modo rappresentata e qui, troppo spesso, si parte dal presupposto che tutto sia scontato. Di mestiere ce n’è molto e si sente. Anche laddove il cedimento è dietro l’angolo. Anche per questo si tratta di un album che va abbondantemente oltre la suffucienza.
1 commento su ““PAROLA DI FRANZ!” COSI’ MAIONE PARLA DEL MONDO”
Il brano “Parola di Franz” può anche essere visto come un brano non sense, (mea culpa che non ho voluto inserire nessuna spiegazione all’interno del libretto). Ma si riferisce a scene di un manicomio, dove il personaggio principale, realmente esistito, è appunto Franz. Non sto a dire cose ovvie del tipo che la vita tutta è un non sense, ma probabilmente, e sottolineo probabilmente, meno sofferente della vita in manicomio. Comunque è sbagliato fare critica a una critica, diventa una cosa polemica. Ci tengo solo a sottolineare, perché lo ritengo indispensabile, che pur essendo un non credente, nutro un gran rispetto verso tutti i tipi di religione (eccetto i fanatismi, ma di ogni tipo…). Il dio a cui io mi riferisco nel brano “Atto di dolore” è chiaramente specificato: E’ il Dio quattrino, il surrogato contemporaneo che ha spazzato via ogni divinità, di cui purtroppo cani e porci ne fanno un pessimo uso, per non parlare poi di chi fa abuso di simboli religiosi a scopo strumentali… Quelli per me sono i veri NON credenti. Detto questo vi ringrazio molto perché ogni critica è spunto di riflessione e già trovare uno che ti ascolta oggi è una fortuna. Se poi tutte le critiche fossero eccellenti mi verrebbe un dubbio, e credo non solo a me… Grazie di cuore per aver ascoltato. Maione.