E’ da qualche giorno in circuitazione “Red”, il nuovo album degli Oil On Canvas, una fomazione costituitasi a Trento nel 2006 per volere di Marco Carner e Valerio Bazzanella, amici, entrambi musicisti, con la passione per le canzoni d’autore. I due provengono da esperienze differenti, il loro primo disco, “Dinamica stasi” viene pubblicato nel 2009; Marco suona le chitarre acustiche, elettriche, il basso e le tastiere, la voce è quella di Valerio. Il nuovo album è caratterizzato da nove tracce, come spessissimo accade, un paio sono rinuncibili, ma l’insieme è decisamente interessnte sia dal punto di vista compositivo, sia prestando attenzione ai testi che quasi sempre raccontano davvero, non solo per immagini o sensazioni, ma costruiscono storie che fanno “entrare” nelle loro canzoni, vivendole.
Il primo brano è “L’amore non impone”, voce pulita, buoni arrangiamenti che lasciano ampio respiro al pianoforte, il taglio si percepisce molto cantautorale con un ampio respiro strumentale a chiudere. “Senza troppo rumore” è, a mio avviso, senza la minima esitazione, il brano migliore della raccolta; è caratterizzato d un’ottima linea melodica, eccellente il testo, piacevole e sorprendente la chiusura finle dell’armonica. “Cuore malato” si presenta, come il brano precedente, molto interessnte sul piano testuale anche se meno immediato, ma con una bella chitarra elettrica a chiudere. Convince meno “Orfeo”, nonostante il buon supporto dell’arrangiamento che non fa però decollare del tutto la canzone. Torna a farsi interessante all’ascolto, soprattutto musicalmente, “Amore a una sola direzione”, la pienezza strumentale si coglie pur se non va mai sopra le righe. Buona musicalmente, ma con qualche riserva “Sono più forte di te” che arranca un po’; fisiologicamente, come in quasi tutti gli album, un brano che definirei interlocutorio. Più ritmato e fruibile “Nella palude” che scivola via piacevolmente, senza lsciare traccia. In “Rovine in circolo” entra in gioco un bel violino, in un contesto non esaltante che precede invece la sontuosa chiusura con “Al centro”, brano introdotto da un intenso pianoforte, poi affiancato da un violoncello, ottimo il testo, ottima la canzone nell’insieme. Non posso che dire bene di questo album che, al di là di un paio di cedimenti, risulta complessivamente piacevole ed a tratti intenso, realizzato con giusta accuratezza, con tanti spunti di cantautorato vero, oggi merce rara.