La prima cosa che colpisce, all’ascolto di “Bosco”, cd di esordio del cantautore milanese Nicola Lombardo, è la voce: tenue, si direbbe immatura, adolescenziale. Ma il ragazzo è nato nel 1995, quindi proprio adolescente non è. Eppure si respira un’aria molto “giovane” anche nelle tematiche proposte nella raccolta.
Su sonorità electro-pop, che qua e là strizzano l’occhio a ritmiche quasi dance (“Mood”, “Post”) viviamo il sogno e l’estraniamento di “Mattino”, la sensazione di un addio ne “La danza dei passi falsi”. Un’anima ingenua che si smarrisce e si ritrova nel “Bosco”. I disagi della “Friendzone”, gli incubi della “Rabbia”, la lontananza di “Inghilterra” e la consapevolezza di “Lettera”. Chiude il lavoro l’amaro “Eroe”. I testi sono mediamente piuttosto intriganti, e risollevano in parte la scelta di una musica un po’ stereotipata e appiattita su sonorità quasi pedestremente contemporanee. Un autore potenzialmente interessante, da tenere d’occhio.