E’ uscito da pochi giorni “Nessuno vuole essere mio amico”, l’album di debutto di Casx, al secolo Arianna Puccio, figlia di un musicista ed insegnante di musica e di una organzzatrice di eventi, zio sassofonista; ha due lauree (una in cinema ed una in web marketing). Nel 2020, anche grazie alla collaborazione con Matteo Rizzi (frontman dei Forse Danzica), inizia a fare sul serio come cantante ed autrice dedicandosi al suo progetto sino ad approdare alla realizzazione del suo primo album.
Ed eccomi all’ascolto di queste otto tracce iniziando con “Trasparente”, un brano ben eseguito, il pianoforte concede ampio respiro alla voce non certo estesissima di Casx, la linea melodica è interessante. In “Seminterrati” la voce fa a sportellate con la musica, che tende a sovrastarla, ma nei frangenti in cui il cantato la spunta, l’ascolto è sempre gradevole anche se Arianna è una di quelle persone che, dopo le prime battute, definiresti non idonee al canto, ma mentre lo pensi, non riesci a smettere di ascoltarla, perchè la sua voce trasmette qualcosa che “arriva”. “Posso tenerti con me” volge lo sguardo ad un rock tutto sommato piuttosto soft e cresce la convinzione che sarebbe stato opportuno un maggiore equilibrio tra strumenti e voce. Ci pensa “Verdena” a rimettere le cose a posto, anche se la canzone in sè non è gran cosa ed il suono appare ancora un po’ confuso. “Topi” è invece uno dei brani migliori dell’album, forse quanto di più prossimo si vorrebbe ascoltare dalla voce di qusta cantautrice che ha un che di magico, talvolta inespresso, ma che ripetutamente in questo disco crea atmosfere che rivelano l’esigenza di una scelta più attenta dei brani, prestando attenzione a quelli più idonei alle sue corde ed al suo temperamento. “Lost in translation” non aggiunge e non toglie nulla alle impressioni sin qui raccolte. E “Fammi male” è semplicemente una canzone poco riuscita. Si va chiudere con “Melatonina”, altro brano molto piacevole, molto ben interpretato con una voce poco più che sussurrata, intimista, direi il meglio dell’espressione vocale di Casx, mentre soprassiedo sul finale strumentale che mi limito a definire, anche qui, un po’ confuso. Nel suo insieme questo pogetto ha un suo perchè ed un suo valore poichè permette di scoprire una cantautrice che ha caratteristiche interessanti, ma che a mio avviso dovrebbe scegliersi meglio le canzoni, privilegiando quelle che consentono la migliore espressività esecutiva ad un voce che ha estensioni limitate, talvolta pare un po’ in affanno, ma comunica qualcosa che a tratti induce al riascolto e quindi “entra”. Per essere un debut album molte cose sono migliorabili, ma nella voce e in alcuni canzoni di Casx c’è del buono e del promettente.