Marrone Quando Fugge fa belle cose

Marrone Quando Fugge (al secolo Massimo Lepre), ha vinto il premio “L’artista che non c’era” con il nuovissimo album, “Il pre-fagiolismo” per il marchio Volume!records. Non tragga in inganno il titolo curioso e scanzonato. Questo è un cd che si ascolta dall’inizio alla fine senza alcuna voglia di essere interrotti e, quando le ultime note dell’ultimo brano sfumano, rimane una considerazione sulla quale non sarebbe male soffermarsi, magari riascoltando il cd: ma allora non è vero che tutto è stato detto e fatto, non è vero che non ci sono più idee. Perchè questo album di idee ne è pieno. E sono quasi sempre belle idee. (Il video è quello del singolo tratto dal cd, in uscita il prossimo 2 agosto)

 

A cominciare dal primo brano, “Miseria stabile, ricchezza mobile”, caratterizzato da un testo di un certo impegno che riassume una sorta di disagio universale. Ci sono le voci del mondo, echi che rappresentano l’allegoria di disagi esistenziali o semplicemente di umani affanni e c’è una chiosa affidata ad una voce femminile che si inerpica con eleganza sui sentieri di un’autentica poesia d’amore, di grande intensità. Si cambia ritmo e genere con “Meno di te”, brano ritmatissimo che a tratti ricorda vagamente alcune canzoni popolari russe. Ed eccoci al brano che ha dato il titolo al progetto, “Il pre-fagiolismo” racconta la rivalutazione delle piccole cose, sorretto da un arrangiamento pulito nel sottolineare la dolcezza di alcuni passi. “Cenere e whisky”,  pone invece in risalta la  bella voce di Marrone Quando Fugge esprimendone tutti i toni migliori, alle prese con testi ancora una volta ricercati, ai colori spesso delicatamente soffusi (bellissima la dobro slide guitar suonata da Andrea Anania che contribuisce a caratterizzare ancora di più il brano). Una sorta di piéce teatrale è invece “Modestino”, storia di un personaggio quasi improbabile (che è poi il nonno di Marrone Quando Fugge, ricollocato nel contesto della sua povera ma colorita esistenza) che viene cantato e narrato con gli inequivocabili seppur fugaci accordi di un mandolino. “Fango”, il brano successivo, è il frutto della collaborazione, per gli arrangiamenti, con Zibba (che è anche il poduttore artistico di questo progetto), un personaggio che è già una realtà del contemporaneo mondo della canzone d’autore (coadiuvato da Stefano Cecchi); una canzone d’amore, delicata. “Questione di loquacità”, nonostante l’ottimo sax-alto di Stefano Raggi e la sempre notevole voce di Marrone Quando Fugge, è l’unico brano non all’altezza dell’intero progetto, pur senza scadere comunque mai nella deleteria mediocrità. Ma si riprende subito quota con “La discarica di anime”, una sorta di atto di ribellione contro l’esasperazione del consumismo e lo snobismo di una civiltà sempre meno a misura d’uomo; non sarà musicalmente un brano eccelso, ma il messaggio che vuole portare è di quelli sui quali meditare davvero. E si approda all’ultima canzone, “Un principio di Alzheimer”, tutta giocata tra sogno e realtà, fatta di pochi ma incisivi accordi, un testo anche in questo caso convincente e, la solita ottima esecuzione di Marrone Quando Fugge. Dìfficile davvero pretendere di più da un lavoro coerente ed accurato. Il cantautore astigiano è accompagnato da Simone Fratini al contrabbasso, Sauro Ferraris alla chitarra e Alberto Silengo alla batteria.


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