Margherita Pirri: “Internet per fare ascoltare ciò che i discografici non ascoltano”

Seconda classificata all’ultima edizione di Biella Festival Autori e Cantautori; tra i selezionati per le audizioni di Musicultura, Margherita Pirri, 24 anni, milanese, è una cantautrice a tutto tondo, ma è anche un’ottima manager di sé stessa ed una ragazza che sa guardare lontano. Il suo ultimo album, “Daydream”, di cui “Un’altra Music@” ha recentemente avuto modo di occuparsi, contiene 13 brani cantati in quattro diverse lingue: italiano, inglese, francese e tedesco. Proviamo a conoscerla.

A quale età hai iniziato a suonare?

Ho iniziato a suonare il pianoforte all’età di 9 anni e non l’ ho più lasciato. E’ uno strumento bellissimo! Poi, verso i 16 anni mi sono avvicinata alla chitarra acustica imparando a suonarla da autodidatta.

Oggi suoni più di uno strumento, quale preferisci? E quale preferisci utilizzare per comporre i tuoi brani?

Mi piacerebbe imparare a suonare anche altri strumenti, purtroppo il tempo è sempre troppo poco. Il pianoforte, rispetto alla chitarra, è uno strumento che sento più “mio” perchè lo suono da più tempo. Per quanto riguarda la composizione, è un processo abbastanza inconscio. Una canzone può nascere in ogni momento, sia con il pianoforte che con la chitarra. Personalmente, posso dire che le mie canzoni nascono con entrambi gli strumenti. Poi, quando penso all’arrangiamento, può essere che inserisca sia la chitarra sia il pianoforte, dipende sempre dalla canzone e dal “vestito” da farle indossare.

Ricordi la tua prima esibizione pubblica? Cosa cerchi di trasmettere a chi ti ascolta?

Ero molto piccola, avevo circa 4 anni, e sono stata scelta ad una recita all’asilo come cantante solista di alcune canzoni alla Scuola Germanica di Milano, che poi ho frequentato fino alla maturità. Anche se ero molto piccola ho dei ricordi molto vivi di quel pomeriggio, come del microfono che avevo in mano e che mi sembrava grandissimo! La passione per il canto mi ha sempre accompagnato, durante gli anni scolastici facevo parte del coro della scuola esibendomi varie volte come soprano solista durante alcuni concerti con brani classici e natalizi. Questo mi ha spinto a studiare canto lirico, la musica classica mi ha sempre affascinato. Al pubblico cerco di trasmettere la forte emozione che provo per la musica attraverso le mie canzoni, che sono piccoli mondi in cui ognuno si può riconoscere. Per me il pubblico è la cosa più importante, la vera forza che mi spinge ad andare avanti. Le persone che mi scrivono o che mi fermano dopo uno spettacolo, emozionate dalla mia musica, mi regalano una gioia inestimabile facendomi dimenticare tutti i sacrifici, le delusioni e le frustrazioni che mi accompagnano durante questo difficile cammino.

Al Biella Festival hai ottenuto il secondo posto con “Quando fuori piove”, un brano fortemente intimista. E’ l’introspezione nel mondo delle tue emozioni e dei tuoi stati d’animo che origina il tuo rapporto con la musica?

L’ispirazione parte sempre da uno stato d’animo particolare, da ricordi passati che riaffiorano di colpo, da persone che abbiamo conosciuto o da molte domande e speranze che sento dentro che mi fanno spesso pensare al futuro e al “che cosa accadrà”. “Quando fuori piove” è una canzone d’amore che parla di un sentimento forte e semplice. Un sentimento che non ha bisogno di molte parole, è qualcosa che lega due sconosciuti, un sentimento inspiegabile e irrazionale. Questa è anche in un certo senso una metafora di ciò che provo per la musica, “mare invisibile “, che ti circonda e ti avvolge con dolcezza e che rende ogni giornata bella, quando” fuori piove o splende il sole”.

Oggi che il mondo discografico sta attraversando una crisi senza precedenti e che internet spara a raffica nuove proposte ogni giorno, cosa ti aspetti dal tuo rapporto con il mondo della canzone d’autore?

Internet è oggi uno strumento fondamentale per noi artisti emergenti, offre la possibilità di creare un proprio sito e condividere con gli altri la nostra musica. Anche i social network come facebook e myspace sono diventati fondamentali per conoscere nuove persone e scambiare sensazioni. Personalmente lo trovo un mezzo molto importante per la musica emergente, uno spazio in cui ognuno può esprimere la propria arte che diventa accessibile in ogni parte del mondo, cosa davvero incredibile. Vista anche la grande difficoltà di essere ascoltati da parte delle case discografiche internet è un mezzo che accorcia le distanze e che permette di creare un “cerchio” di persone che ti “seguono” nel tuo percorso musicale e che condividono con te gioie e delusioni, è una cosa bellissima.

C’è un aneddoto particolare, o un ricordo, o un’emozione che ti accompagna lungo il tuo percorso artistico?

Mi ricordo la mia prima vera esperienza sul palco. All’età di 9 anni ho recitato la parte di un draghetto in un Musical tedesco: “Tabaluga” di Peter Maffay. Interpretavo proprio Tabaluga, ed è stato davvero divertentissimo cantare e ballare vestita con un magnifico costume verde. Devo ancora avere il video da qualche parte.

Hai mai pensato per la tua musica ad altre dimensioni, oltre a quella cantautoriale? Per esempio, come ti immagini nei panni di autrice di musica da film, magari per Tim Burton?

Sarebbe un sogno poter scrivere la colonna sonora di un film! Tim Burton, ad esempio, è uno dei miei registi preferiti. Ho avuto modo di collaborare con diversi registi indipendenti in veste di compositrice di musiche originali e devo dire che anche questa è un’arte che mi appassiona molto. A differenza delle canzoni in cui si dà voce alle proprie esperienze e sensazioni, nella composizione di musica per immagini ci si immedesima nei personaggi e si crea un’atmosfera che racconta l’anima della storia e che coinvolge inconsciamente lo spettatore. E’ una musica che sonda la psiche dei personaggi e in qualche modo anche dello spettatore, che si può emozionare grazie alla musica in sottofondo. E’ un lavoro molto interessante che mi appassiona moltissimo. Ho da poco finito di comporre e registrare le colonna sonora di un documentario di un giovane regista e fotografo di Milano (Marco Scotuzzi) su di un noto pittore brasiliano (Sebastião Januário) che andrà in onda nelle TV in Brasile. Spero di continuare anche questo cammino musicale ed avere l’opportunità in futuro di collaborare a sempre più progetti nel campo musicale.

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