Marco Baroni, qualcuno ancora se lo ricorda sul palco dell’Ariston al Festival di Sanremo del 2007, promettente giovane cantautore che ben figurò tra le nuove proposte. Oggi, ormai stilisticamente maturo, lo ritroviamo con questo cd, “Una corsa senza freni”. Un lavoro decisamente introspettivo, in cui l’autore si confronta col proprio vissuto, in un mondo sempre più arido, frettoloso e indifferente.
La parte del leone qui non la fanno né la musica – gradevole, curata, ma che non presenta particolari picchi d’interesse nelle melodie come negli arrangiamenti – né la piana voce di Baroni, che non ha le potenzialità per arrischiarsi in virtuosismi di alcun genere. Balzano invece in primo piano i testi, che risultano assai pregnanti sia per i contenuti, che per la notevole maestria nel ritmare e rimare parole, senza mai banalizzare i concetti. Non è un esercizio semplice né comune, specie oggigiorno. Risultano così particolarmente riusciti brani come “Randagio”, a metà tra la metafora ed il racconto reale di un cane abbandonato. Va a toccare corde emotive forse scontate, ma risulta molto efficace anche “Il primo Natale”, dolente ma delicata presa d’atto di un’assenza. L’autore mostra una notevole maturità stilistica, migliorabile è la resa e la varietà musicale, cosa che potrebbe rendere più godibile un lavoro complessivamente buono, ma che all’ascolto mostra qua e là una certa monotonia.