Indubbiamente ambizioso il progetto legato al cd Malamadre, dell’omonimo gruppo abruzzese. Gruppo che adotta anche una sorta di “sottotitolo” al proprio nome, ovvero “Collettivo socio-narrativo di fumetti musicali”. Ed è a questo che fa riferimento l’ambizioso progetto: ad ognuno degli undici brani presenti nel cd è stato abbinata un’animazione video, pubblicata online, ed ognuna firmata da un diverso disegnatore. Il risultato è un collage assai interessante.
L’idea è fresca e creativa. Venendo alla parte prettamente musicale, non è facile appioppare un’etichetta di genere a questo gruppo. Sicuramente la base primaria è un bel rock dal suono teso, spesso intrigante. Alcuni brani contengono evidenti influenze folk, in altri momenti si percepiscono suggestioni progressive, ma il tutto è molto mescolato e sfumato, sfuggendo ad ogni classificazione certa. Sicuramente ciò non costituisce una clamorosa novità nel panorama rock-indie italiano (specie del sud), ma viene qui declinato con una maggiore misura di personale originalità. Tutto il lavoro è permeato da un’atmosfera piuttosto cupa, un fondo costante di pessimismo, che viene tuttavia controbilanciato da diffuso sarcasmo e caustica ironia. Decisamente corrosivi pezzi come “Il Tango del Portiere” e “Sindona”. Allucinata, melanconica e cupa l’atmosfera de “La canzone della luna”. Altrettanto cupi ma attraversati da fremiti rabbiosi “Mammarò”, “L’umile” e “La regina che non dorme”. I testi sarebbero quindi anche “importanti”, pur se non di rado un tantino criptici. Richiederebbero di essere ascoltati con attenzione. Tuttavia la voce della band soffre di due non trascurabili handicap: intanto lo stile interpretativo troppo influenzato da quel recente vezzo di “vomitare” le vocali a bocca spalancata (portato in auge da Negramaro, Mengoni e compagnia cantante). Inoltre in molti brani, se non ascoltati in rigorosa assenza di altri suoni di sottofondo, o meglio ancora isolati in cuffia, la musica copre e disturba il testo cantato, rendendolo a tratti poco comprensibile. Al netto di qualche difetto, comunque, gruppo e idea restano un tentativo di non-omologazione quasi riuscito. Varrà la pena di seguire gli sviluppi.