MARCH: TIRA ARIA DI ANNI ’80

Non è ben comprensibile se sia per caso o per voluta premeditazione, se nel suo complesso questo “Safe & Unsound” dell’italiano – ma quasi apolide – March (al secolo Marcello Mereu) suona tremendamente “eighties”, ovvero anni ’80.

Gli arrangiamenti danno origine ad pop molto orecchiabile, con un deciso inserimento dell’elettronica tanto da evocare qualche vaga somiglianza coi Depeche Mode (specie in “Long cold summer”), e qualche accenno di rock e financo di country. Ma tutto il lavoro si snoda attraverso suoni ed atmosfere curatissime e molto, molto vintage. In “Hit or Miss” si può persino cogliere un breve inciso che ricorda un passaggio del “Self Control” di Raf, anno 1984. Quel pizzico di country lo indoviniamo nell’incipit di “Magic”, mentre le venature rock si percepiscono in “Better than you” e “To be a man”. “Hands” e “Safe” sono i pezzi in cui troviamo il maggiore impegno nei testi (si parla di violenza domestica nel primo, e di prigionia e tortura: il secondo pezzo è peraltro dedicato alla memoria di Giulio Regeni), mentre toni più soft e romantici permeano le atmosfere british di “17 Century” e quelle melodiche ed accorate di “The one”. Un lavoro musicalmente attento, raffinato, compreso il package. Ottimi arrangiamenti a sorreggere una vocalità discreta, ma onestamente non eccelsa, dell’interpretazione canora, che soffre qua e là di qualche calo di forza. In ogni caso un buon lavoro di easy listening.
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