MA CHE BELLI QUESTI SOGNI DI SABRINA SCHIRALLI

Capita sempre più raramente, almeno a me, di iniziare ad ascoltare un album e di ritrovarmi alla fine con il desiderio di proseguire l’ascolto ed il rammarico che invece sia già giunta al capolinea anche l’ultima traccia. E’ quanto mi è accaduto ascoltando “I nostri sogni”, il nuovo album di Sabrina Schiralli, un’artista pugliese con alle spalle un robusto percorso di studi musicali, che si sentono tutti (laureata in pianoforte con il massimo dei voti e la lode ed in oboe con il massimo dei voti, al Conservatorio “N. Piccinni” di Bari) ma anche appassionata di pittura.

Dieci tracce, tutte scritte da Sabrina che dice di essere riuscita con questo lavoro a raccogliere tutte le sue emozioni. E, va detto, lo ha fatto con magistrale semplicità.  Il percorso si apre con “Il giardino dei sogni” che mette in risalto subito la sua voce cristallina e ben definita, siamo al cospetto di un genere melodico abbastanza tradizionale, coadiuvato da ottimi arrangiamenti. “La mia musica” è un brano delicato con una bella linea melodica, molto piacevole anche strumentalmente. “Distanze” ha un testo abbastanza semplice e lineare che ha la capacità di sorprendere con un ritornello in cui un paio di rime baciate riescono a dare un senso al tutto; nella seconda parte il brano ha qualche passaggio meno convincente. “In questa notte” mi introduce in una dimensione se possibile ancor più romantica in cui la cornice musicale assume contorni decisi ed entrano in gioco opportunissimi accordi di chitarra. “Baciami” cambia ritmi e toni, è una canzone più dinamica che si propone quasi come un diversivo. Ed ecco “L’amore più bello”, brano di quelli che di solito definisco interlocutori, cioè canzoni che nulla tolgono e nulla aggiungono ad una raccolta, pur essendo ottimamente confezionato. Si alza l’asticella invece con “I nostri sogni”, canzone che dà il titolo all’intero progetto in cui individuiamo stralci di sola voce e pianoforte come sempre più raramente accade di ascoltare; bellissima l’apertura musicale ampia e coinvolgente. In “Torno qui” il decollo avviene non senza fatica, nonostante la sempre attraente costruzione vocale di Sabrina.  “Te ne sei andato via così” è un brano con un testo narrante più elaborato ed intenso, ma nell’insieme risulta meno incisivo di altre forse per preparare il terreno a “Dedicato a te”, pezzo bellissimo in cui voce e pianoforte si rincorrono e si incontrano in modo impeccabile, sino a riuscire a creare una struggente e malinconica magia; a mio avviso è questa la canzone più bella dell’album. Un lavoro che pone in risalto la cifra artistica di Sabrina Schiralli, sia dal punto di vista vocale sia da quello compositivo; non è un progetto di questo tempo, perchè è un album senza tempo, come lo è da sempre la dimensione melodica nella sua storia. Sabrina ci mette passione, intensità ed anche mestiere e ne scaturisce un album che consiglio, magari da ascoltare di sera, soli, con un bicchierino di buon brandy e la mente libera.

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