Ho già avuto modo di scrivere che alcune dimensioni musicali acquistano un significato che va oltre la musica e va ad affondre le propie radici nella cultura, nelle tradizioni, nel folklore trasformandosi per questo in uno strumento didattico che a pieno titolo potrebbe avere accesso in un’aula scolastica. E’ il caso di “Liburia Trip”, il nuovo album dei Brigan, un trio di musicisti provenienti dalla provincia casertana che si è costituito nel 2009 e che ha quindi all’attivo un lungo percorso in studio, in dimensioni live, ma anche e soprattutto di ricerca.
Una ricerca che non si limita al già vastissimo ambito entro il quale i Brigan si muovono e che va ben oltre la cultura tradizionale della loro terra di origine, ma che si estende anche all’incontro tra strumnti tradizionali e musica elettronica sino a trovare un punto di contatto compatibile tra passato e presente, senza mai sacrificare o snaturare il senso di un lavoro che è di elaborazione, ma anche di conservazione. Sono dieci le tracce che caratterizzano questo album ed attraversano situazioni e storie che vanno dall’aspetto della vita rurale ai momenti di devozione mariana, dalle allegorie del carnevale per approdare a tematiche legate all’ambiente. Si respira molto passato tra queste note e questi canti, un passato che è appartenenza, ricordo, nostalgia, vita. Si ritrovano suoni atavici accostati ad effetti moderni, contemporanei, presenti sino a creare un filo conduttore tra passato remoto ed oggi che non si spezza mai. A tratti anche la voce si fa strumento, anche la parola diventa storia e tutto si fonde lasciando alla fine la sensazione di un viaggio nel tempo. Il tempo che fu ed il tempo nostro che la musica qui riesce a fare incontrare. Non è un album facile nè avrebbe potuto esserlo. Qui ogni suono va ascoltato e riascoltato, meditato ed elaborato. Trovando ogni volta conferma del solido lavoro di questo trio e della vivacità delle fonti alle quali ha attinto la sua musica.