Avere maturato esperienza artistica e metterla a frutto, riuscendo a tradurla in emozioni, non significa solo avere superato l’età dell’adolescenza o avere cantato tante canzoni per tanti anni, acquisendo una tecnica sempre più raffinata. Significa, soprattutto, accostarsi ad un brano ed accarezzarlo o aggredirlo con amore, passione, rabbia, sarcasmo, malinconia, disinvoltura. Tutto ciò è quanto si coglie e si apprezza dall’ascolto delle dodici tracce dell’album “Stelle” di Ginevra Di Marco, cantante toscana coadiuvata da un trio di musicisti di classe assoluta quali Francesco Magnelli, Andrea Salvadori e Luca Ragazzo.
“Stelle” è un cd tutto realizzato dal vivo, una galoppata, a tratti frenetica a tratti ansimante, tra canzoni della tradizione popolare o, comunque, brani senza etè di autori senza tempo. E’ il caso di “Amara terra mia”, canzone portata al successo da Domenico Modugno che ne fu autore con Enrica Bonaccorti; o, ancora di Modugno e Loffredo “Malarazza”; passando poi attraverso una stupenda interpretazione di “Gracias a la vida” di Violeta-Parra Sandoval o ancora “Come bambino” che tra i suoi autori annovera il none di Giovanni Lindo Ferretti. Ma non solo attraverso questi percorsi si snoda “Stelle” che anzi, offre scampoli della tradizione popolare come “La leggera” che ci riporta ai canti dell’Appennino bolognese o “Fel Shara”, adattamento di un tradizionale canto del Mediterraneo. Molto intensa poi “Maremma” e coinvolgente “Il lamento della sposa”, brano nel quale la voce di Ginevra va in solitaria esplorando vette di grande pathos. Per regalarci subito dopo il travolgente ritmo de “La malcontenta”, brano divertente pur con le sue venature di amarezza con un grandioso kazoo. Indubbiamente le frequentazioni artistiche di primissimo piano che hanno costellato il cammino di Ginevra Di Marco, in questo album emergono prepotentemente dando vita d un prodotto che assume i contorni di un coronamento artistico fortemente definito.