“LE STELLE DELLA SERA”, PRIMO ALBUM DA SINGOLO I ROBERTO GROSSI

“Le stelle della sera” è il primo album da singolo di  Roberto Grossi, cantautore savonese, architetto, ma anche direttore artistico di svariati eventi culturali. In ambito musicale, è stato cantante nonchè autore di musiche e testi della band Subbuglio con la quale ha realizzato un album, diversi singoli oltre ad un’attività live piuttosto intensa. E’ un artista maturo e lo si percepisce sin dal primo brano di questo suo nuovo progetto, c’è del mestiere ed anche la capacità di scegliere collaboratori professionalmente dotati, come la cantautrice bolognese Helle (al secolo Lisa Brunetti) che di queste dieci tracce ha curato gli arrangiamenti, in verità molto efficaci. L’album, nel suo insieme, è però uno di quei progetti che poco o nulla aggiungono o tolgono alla cifra artistica di un personaggio che ha un percorso strutturato alle spalle e che vive questa dimensione come una sorta di nuova scommessa, dopo i positivi riscontri dell’esperienza vissuta in seno alla band. Personalmente, dall’ascolto di queste tracce, ricavo interessati sensazioni solo da tre brani: “Ma quando vieni al mare”, “Genova” e “I nostri fari spenti”. Piacevole, soprattutto grazie agli arrangiamenti, “Le stelle della sera” che è il brano che dà il titolo all’intero album. Per il resto, mentirei se dicessi di avere ascoltato brutte canzoni, ma mentirei allo stesso modo se affermassi di essermi imbattuto in brani sui quali abbia sentito il bisogno di soffermarmi, concedendomi, come spesso accade, un riascolto. Innegabilmente Grossi sa comporre e cantare, altrettanto innegabilmente arrangiamenti e parte strumentale sono di buona levatura, ma tutto è pervaso da una sorta di anonimato in cui, solo a tratti, s’intravvede qualche scintilla. Il buono che c’è poteva stare in un Ep, ma comprendo il desiderio dell’artista di giocare le sue carte in un album che lo vede in una dimensione inedita, con la consapevolezza comunque di sapere il fatto suo, anche in forza dell’esperienza maturata e vissuta. Qui però ci dobbiamo accontentare di un poker di buone canzoni, senza iperboli, ma anche senza reali cedimenti.

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