Paoloparòn ha un nome che ci riporta alle più belle commedie di Goldoni ed un cd, intitolato “Vinacce (canzoni per inadeguati)”, composto di undici tracce, troppo raffinate per rievocare cantine ed osterie. Eppure, ci sono parecchi inciampi in questo cd, che a tratti scivola via liscio ed in altri frangenti arranca.
Apre “Mani adatte” e per fortuna che nelle altre dieci tracce Paoloparòn rinuncia ad alterare la sua voce (che è invece piana e calda) che qui come altrove, risente anche di una linea melodica incerta. A cambiar le carte in tavola è però subito dopo “L’allegro caos dello scolapiatti”, che ci rivela la vera voce di Paolo, offre in testo divertente come lo è il ritmo. In “Un disegno” si respira un clima più ermetico, non troppo fruibile, nonostante l’affacciarsi di una gradevole tastiera. In “Amleto 1999” il nostro diventa assai più cantautorale, del cantautore classico ne assume le sembianze e l’andatura, ma il brano si chiude lasciandoci qualche perplessità. “La domenica del supermercato” è invece, con ogni probabilità, il brano più bello dell’album; un testo molto gradevole, ben interpretato, con una venatura di malinconia che non ti abbandona mai e con un finale a sorpresa, che annega questa sorta di ode alle solitudini di un non luogo, in una dimensione resa austera dai richiami alla musica classica. Anche “Le ore d’estate” si propone con un testo interessante, ma il brano non convince nella sua musicalità. “Vinacce”, il brano che dà il titolo all’intero progetto, tradisce un testo molto bello con una linea melodica che apre tanti spiragli, ma non chiude mai il cerchio. E, a ben guardare, anche “Lo chiedo a te” è tutto sommato un brano rinunciabile, pur richiamando sempre l’attenzione su testi che, nella peggiore delle ipotesi, sono sufficienti e che in alcuni frangenti toccano vette poetiche insospettabili. “Ai tempi delle chat” è un altro brano bellissimo, forse meno intenso di “La domenica del supermercato”, ma indiscutibilmente portatore di una felicissima intuizione, retta da un testo immediato e nel contempo trasognante e dalle bellissime note della chitarra dello stesso interprete. E si va a chiudere con “Via Bertaldia blues”, che del blues ha colori tenui, che sà un po’ di Bennato e che scivola senza incoraggiare riascolti. E’ in inglese la chiusura con il brano “Season (A silly indie song)”, nell’insieme gradevole, ma poco incisivo. Paoloparòn sa scrivere testi molto belli, ha una voce sufficientemente adeguata per dare diverse colorazioni ai suoi brani, risente talvolta di una mancanza di linee melodiche più risolutive e della pochezza di alcuni arrangiamenti. Si fosse accontentato di realizzare un Ep probabilmente si sarebbe trattato di un prodotto eccellente. L’album nella sua intierezza invece, strappa una sufficienza molto risicata. (Paoloparòn – “Vinacce /canzoni per inadeguati)” – Toks records).