Le follie di (b)ananartista

E’ di recentissima pubblicazione il cd d’esordio di (b)ananartista intitolato “Il tronista”. Si tratta di un personaggio assolutamente singolare, prestato alla musica dalla pittura ove già vanta un curriculum di tutto rispetto tra gli esponenti della patafisica (ha esposto anche alla Biennale di Venezia). Un personaggio assolutamente folle, la cui immagine potrebbe indurre da sola ad andare oltre, non fosse per quell’esortazione, “non fermatevi alle apparenze”, che chi ne segue le vicende artistiche si premura di scrivere in bella evidenza, offrendoci un motivo di curiosità in più per pigiare il tasto “start” a iniziare l’ascolto.

 

La sorpresa è immediata poiché il primo brano, “Scusa se ti parlo”, piacevole e leggiadro nella sua banalissima orecchiabilità, ci induce a pensare che non ci stupiremmo affatto se questa canzone ci scoprissimo a canticchiarla, tra un ombrellone ed un pedalò, come il più classico dei tormentoni estivi. Ed un richiamo prepotente allo stile demenziale lo ritroviamo nel terzo brano del cd, “Medusa”, intervallato da una sorta di muggito intitolato “Spauracchio” e quindi, a pieno titolo, inserito nell’elenco delle canzoni dell’album (accadrà poco oltre anche con “Rapa nui” ove al posto del muggito troviamo qualche mugugno d’impronta neanderthaliana ). Segue “Fou de la vie” in cui (b)ananartista si cimenta con la lingua francese e poi “L’ibidini” (si, proprio con l’apostrofo) che è sinceramente ben poca cosa, non fosse per quel modo un po’ disarticolato di cantare e per la zeppola che ci ricorda, come in altri brani, il primissimo Jovanotti. Beninteso, non ci sono capolavori in questo album per la realizzazione del quale è facile immaginare che a divertirsi più di tutti sia stato proprio (b)ananartista. Ma la prosecuzione dell’ascolto, desta a tratti qualche curiosità anche se, giunti al ternine (e rientrati nella normalità) sorge spontanea una domanda: ma perchè fare un album con una quindicina di titoli (certo, in almeno due casi si tratta davvero solo di titoli), quando probabilmente sarebbe bastato il primo brano, quel “Scusa se ti parlo”, che vale l’intero cd? E una ulteriore curiosità si aggiunge: che combinerà mai un personaggio simile su di un palcoscenico in dimensione live? Ma a questo punto ci stiamo allontanando dalla dimensione musicale, mentre è di quella che dobbiamo scrivere.

 

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