LATENTE QUI E’ LA PERSONALITA’

“Monte Meru” è il titolo dell’album di recente pubblicazione dei Latente. Dieci tracce a tutto rock, ma con molte riserve. Ferma restando la buona dimestichezza con gli strumenti da parte dei quattro esponenti della band, il cd alla fine risulta privo di personalità.

Il modo di pensare alla musica di questo progetto è simile a quello di decine di altri progetti analoghi, che alla fine sembrano tutti uguali. Si percepisce, sin dal primo brano, il desiderio di riempire di suono le canzoni, cadendo immancabilmente nell’errore più frequente in cui cadono le rock band delle ultime generazioni: fare dei testi cantati una sorta di rinunciabile supporto. Ed allora serve a poco il tentare di mettere insieme delle parole che abbiano un senso compiuto, se poi questo senso non lo si può cogliere perchè il frastuono delle chitarre e delle batterie sovrasta e sommerge. Solo a tratti, in alcune canzoni, si riesce a comprendere ciò che Francesco Panetta va cantando (“Brace” in parte, “Lucido” e poco altro). Il che fa pensare, a chi ha i capelli bianchi ed al rock associa brani dei Vanilla Fudge, dei Led Zeppelin, dei Deep Purple per non parlare dei Pink Floyd, che qui siamo al cospetto di un’aberrazione del concetto di rock, trasformatosi via via in un rock isterico e confuso, ma soprattutto omologato. Lo stile musicale di una band che possa davvero definire originale e nuovo il proprio percorso musicale, dovrebbe avere un qualcosa di riconoscibile sin dalle prime note, come quando, osservando certi quadri, si risale al nome dell’autore senza bisogno di leggerne la firma, perchè a fare la differenza è il tratto. Non è il caso dei Latente che, alla fine, fanno ciò che fanno, più o meno bene, tanti altri. Un somiglianza che elide, senza lasciare traccia. Peccato, perchè in questo modo si perde anche ciò che di buono e di diverso potrebbe caratterizzare un cd.

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