Estremamente orecchiabile il primo album di Mattia, un elettro pop ben fatto e testi non particolarmente strutturati ma per questo di facile presa e canticchiabili da subito. “Labirinti umani” è un album interamente prodotto e scritto dallo stesso Mattia e può ritenersi abbastanza soddisfatto di questa sua opera prima, sincera e senza retorica.
Il disco si apre proprio con la title track “Labirinti umani”, suoni elettronici ed un labirinto come metafora di una storia d’amore. Si prosegue con “Resta come sei”, una preghiera alla sua amata affinché resti sempre la stessa nonostante il trascorrere del tempo. Il sound in quest’ultimo brano è più pop ma riprende la sua vena elettronica nella successiva “Siamo in due o siamo in tre”, perché l’amore, talvolta, può anche far paura. La forza delle donne è quella di rialzarsi sempre, nonostante le tante cadute ed è questa la storia di “Diana” accompagnata da un sound pop rock, un ritmo che ti dà la forza di sognare. Ancora e sempre. Introspettiva e molto intima la succussiva “Crolla il tetto”, un amore finito che ti lascia nostalgia e frantumi di cuore. E nella ballad “Forse un altro uomo” ai dubbi dell’amore subentra la paura di un tradimento. Probabilmente è un tema particolarmente caro a Mattia perché l’amore lo sviscera in ogni suo aspetto e così in una ritmata “Tieni il resto se lo vuoi”, lei è lontana e lui spera in un suo ritorno su un ritmo. Si ritorna malinconici in “Distante” : “Non sei mai costante perché sei distante, mira quel petto più forte che puoi, cade la preda ma tu te ne vai”. L’album si chiude con atmosfere elettro pop con “Nella mischia”, un’analisi sociologica del mondo in cui viviamo tra finzione e realtà. Debutto interessante, da inserire in playlist.