Niglio è il vero cognome dei fratelli Pierdomenico e Damiano, duo che esordisce con la prima raccolta di brani “Penombra”. Titolo azzeccato per un lavoro dalle vibrazioni crepuscolari, ispirato agli stilemi dell’elettronica diremmo più “classica”.
Su tappeti musicali accattivanti per qualsiasi cultore del genere, si snodano brani che trasmettono messaggi non banali, con testi che oscillano da toni caustici (come in “Bersagli”) a riflessioni quasi esistenziali (“Tormenti”), sino a ragionamenti che possono risultare in un curioso paradosso sia logici che surreali contemporaneamente (“Scale Mobili”, “Passaggi”). Altrettanto surreale nella sua melanconia è “Amaranto”, dalle atmosfere quasi oniriche. In alcuni brani si apprezza la profondità data dal suono d’archi, come in “Illusi” e “Penombra”. In quest’ultimo si svela anche un contributo storico e culturale, quello del “cucù”, ancestrale strumento a fiato in terracotta, tipico della terra d’origine del duo, Matera. Un lavoro tutto sommato godibile, anche se forse un po’ troppo mirato agli specifici appassionati del genere elettronico, e a tratti appiattito su sonorità non proprio originali, già sentite. Ma vi è certamente spazio di maturazione, per meglio esprimere la personalità di questo duo assai promettente.