Ferma restando la mia personale convinzione sul numero di tracce che dovrebbero caratterizzare un album (non più di 8/10 a meno che non si tratti di un antologico) “Une italienne à Paris” de La Confrérie de Vic (che è il nome d’arte di Sara Cicognani) è una vivace raccolta di brani che partendo da una impronta pop, strada facendo, guarda a diversi generi che vanno dallo storico swing sino all’attualissimo rap.
Buona parte dei brani, come sottintende il titolo dell’album, sono cantati in lingua francese anche se Sara non dimentica di essere italiana e lo ricorda anche eseguendo un paio di brani in doppia versione con due bonus tracks tutto sommato rinunciabili. La voce di Sara è sempre spigliata, agile, disinvolta e lo rivela sin dal brano di apertura, che reca lo stesso titolo dell’abum e che si risolve con un dinamico swing. Ci si imbatte in un po’ di ska in “Tout est partout pareil” mentre il rap si affaccia in “Les insoumis”. Sino ad un certo punto le canzoni scivolano via, talvolta anche con arrangiamenti particolarmente interessanti (bella la chitarra di “Lentamente muore”) ed anche dal punto di vista vocale le sfumature assumono tinte tenui o forti (intensa l’interpretazione di “Le poète de la rose” riproposta anche in versione italiana. “Chiudi gli occhi” propone un curioso intreccio tra un rapper spagnolo ed uno francese; è una canzone con una buona linea melodica che anche senza rap non avrebbe perso nulla (da tenere presente quando le mode cambieranno). Interessante poi il richiamo afro in “Ubuntu” mentre in ÀÀÉÉ (nulla a che vedere con il grande successo di Mina) la voce di Sara pare diventare quasi uno strumento assecondato molti bene da un insieme strumentale sempre puntuale. Nell’insieme questa produzione targata Alka Record Label ha contenuti piacevoli ed il progetto in sé può considerarsi riuscito, con le riserve iniziali poiché in un paio di circostanze che coincidono con i brani meno rappresentativi, l’attenzione tende a qualche cedimento.