LA BUONA CORSA DI MELODY

“Ci sarà da correre” è l’album con il quale Melody affronta il suo percorso artistico da solista. Dieci tracce (con tre cover) per un prodotto che ha coinvolto la famiglia dell’artista (il padre di Melody, Corrado Castellari ha scritto, spesso in collaborazione con la figlia, le musiche dei brani e lo zio di Melody, Camillo Castellari è l’autore dei testi). “E’ tutto cielo”, il brano che apre il cd, mette sull’avviso l’ascoltatore su due degli aspetti caratterizzanti dell’album: la dinamicità dei brani e la bella voce di Melody (anche se con uno spettro di tonalità non infinito).

 

 

“Avere fame avere sete” è una canzoncina carina, con un testo un po’ naif (“…avere fame, avere sete, farsi la bocca mangiando un prete…” mah!); ma ecco il brano che dà il titolo all’intero progetto, “Ci sarà da correre”, un brano dal ritmo sbarazzino, che dipinge però situazioni e stati d’animo sui quali è bello dedicare qualche momento di riflessione, per coglierne meglio il senso e l’ambientazione. “Il provinciale” è una delle due canzoni più belle dell’album; testo di ottimo livello nel suo andamento narrativo e con spunti di autentica poesia ed il pianoforte di Max Repetti a fare da discreto contrappunto. Meno riuscita è “Progetto”, canzone che non decolla e non sembra destinata a farsi ricordare. Ma Melody riprende subito quota con il secondo gioiellino del suo cd che è “Sacco a pelo”, canzone introspettiva, ancora una volta caratterizzata dal testo, qui molto intenso, il tutto a far passare in secondo piano un arrangiamento non troppo “pensato”. Si arranca un po’ con “Tempi politici” e si rischia sempre il luogo comune che non assurge a dimensioni filosofiche neppure se tradotto in poesia, piacevole il ritmo con qualche interessante spunto vocale. “Non voglio essere” è una buona canzone, la prima delle cover, già interpretatata da Milva, che ancora una volta pone in risalto un testo non privo di una certa eleganza (la voce di Melody però soffre palesemente le tonalità più basse) E ci si avvia alla chiusura con “Wagon Lits” (il testo è di Cristiano Malgioglio, seconda cover dopo la prima esecuzione di Ornella Vanoni), canzone che offre poco se non un arrangiamento che calca la mano su una dimensione soft rock e si chiude con “Il testamento di Tito”, brano non tra i più noti di Fabrizio De Andrè, ben interpretato, ma non irrinunciabile. Complessivamente un buon lavoro quello di Melody, con un paio di eccellenze molto interessanti a conferma di un progetto che sta “cucito addosso” all’artista, senza fare difetto. (“Ci sarà da correre” – Melody -Taitu Music)

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