KEROUAC, “ORTICHE” E… NON FIORI

“Ortiche” è il progetto discografico di Kerouac. Nove tracce di musica che alla fine lasciano più dubbi che certezze. E non per delle incapacità individuali, ma per un percorso che via via si fa sempre uguale, vale a dire troppo infarcito di effetti ed elettronica e troppo poco di musica vera.

S’inizia con “Rifugio” ed il suono di una sirena che del rifugio evoca le drammatiche atmosfere, la voce è lontana, la musica pare gradevole. In “Divise” è invece il testo ad apparire interessante, almeno finchè non viene annegato in un mare di sonorità eccessive. In “Graffiti” si comincia ad avere la consapevolezza che la voce insistentemente alterata e gli effetti sonori vanno bene nella misura in cui non divengono abusi mentre “Angie” è un brano molto intenso, con una linea meodica quasi convincente ed arrangiamenti un po’ sopra le righe, ma di forte impatto soprattutto nel finale della canzone. In “Antartide” la risoluzione musicale è così interessante tanto da indurre a pensare che il cantato avrebbe potuto essere risparmiato mentre in “Alberi” forse per la prima volta, si riescono a cogliere i contenuti di un testo piacevole e si apprezza la voce per quel che è. “Maredentro” è un brano caratterizzato da una buona linea melodica, ma alla fine la musica ribadisce una eccessiva sovraesposizione. In “Metropoli” si coglie un interessante uso della batteria, ma la confusione alla fine è tanta ed il finale assolutamente delirante. E siamo al “Capolinea”, con il runore di un treno e la sensazione di tante buone intenzioni purtroppo non tutte a segno; si percepisce finalmente una chitarra più nitida del solito, ma alla fine il brano non convince e lo si lascia sulle rotaie di quel treno sferragliante che se ne va, sempre più lontano. Keroauc ha delle potenzialità che in questo lavoro non riesce a mettere a fuoco, confidando forse troppo su di una musicalità elaborata, mischiata, confusa, a tratti inutilmente fragorosa. Mi piacerebbe riascoltare un suo lavoro concepito con più rispetto per i testi e per la voce. Sono certo che sarebbe molto più convincente.

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