Jure du Rè, tra impegno e magie

Risulta un po’ difficile fornire una visione d’insieme di “Ritorno”, l’ultimo lavoro dei Jure du Ré, gruppo nato a Bologna dall’incontro di musicisti classici e non. Le forti influenze mediterranee, o più precisamente calabresi, che percorrono tutto il loro lavoro, conferiscono una caratterizzazione ben precisa al loro stile. Tuttavia il comune denominatore dei pezzi di questo album praticamente finisce qui.

Perché nel disco si passa con grande nonchalance dalla canzone impegnata (come il brano d’apertura, “Scarsa memoria”) alla musica da film (“Il Volo”, che per inciso è stato scelto come colonna sonora di un mediometraggio di Wim Wenders girato in Calabria e non ancora uscito nelle sale) ad arrangiamenti – peraltro molto gradevoli ed azzeccati- di canzoni tradizionali. Di queste colpisce in modo particolare “Tata ca mùori”, grazie alla voce ed all’interpretazione intense della vocalist Viviana Nero. Il cambio di atmosfera e di genere è praticamente continuo in questo lavoro, che si chiude con un pezzo strumentale, “Primavera”. Il brano risulta toccante anche grazie all’apporto di una graziosa vocina infantile recitante. La band vanta talune collaborazioni decisamente prestigiose, come quella de “Il Parto delle Nuvole Pesanti” nel pezzo “Tarantella Ionica”. Nel complesso, un lavoro che vale la pena di ascoltare – se non altro per la qualità molto alta di ogni singolo brano – anche se risulta forse un po’ difficile seguirne il percorso concettuale o addirittura comprendere se ve ne sia uno a legare tutto il discorso.

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