S’intitola “Invisible Pathways” ed è il primo lavoro discografico di Martina Di Roma (cantante e compositrice che inizia il suo percorso attraverso la danza e il canto, si diploma poi in canto Jazz a Milano e frequenta il biennio di canto jazz alla Siena Jazz University; ha alle spalle un buon percorso live in svariati locali).
Il disco è un Ep che contiene sei tracce che consentono eloquentemente di mettere in risalto le ottime performances vocali dell’artista assai ben coadiuvata da un trio di musicisti del quale fanno parte Pasquale Ivan Dante Rinaldi (pianoforte), Nathan Francis (contrabbasso) e Daniele Patton (batteria), L’Ep si apre con “Bittersweet” che consente di cogliere sin dalle prime battute l’anima jazz di Martina e si fa subito apprezzare anche il pianoforte di Rinaldi. “Butterfly” evoca felicemente il volo di una farfalla, la voce ed il pianoforte si rinconcorrono giocando ed assecondandosi reciprocamente dando vita ad una complicità musicale leggera ed a tratti sbarazzina prima di arrivare ad un finale volutamente arruffato che volteggia freneticamente. Assai diverso è “The Acrobat”, brano più riflessivo e ponderato che ha il ritmo di un passo ben cadenzato. E dopo un rinunciabilissimo “Spiral (Interlude)” di meno di un minuto, approdo a “Blurry” che è un caleidoscopio di voce e suoni, brano decisamente più complesso che mette pienamente in risalto le qualità della cantante dotata di una tecnica sopraffina, ma qui emerge in tutta la sua interezza anche l’altrettanto ottima capacità espressiva di tutti i musicisti che offrono a Martina una cornice musicale entro la quale lei si muove con grande disinvoltura, dando vita ad un brano forse meno fruibile degli altri, ma di grande spessore e comunque piacevole. E si va a chiudere con “Heathing”, brano anche questo di grande tecnica, forse emotivamente meno coinvolgente. Questo Ep è comunque un ottino lavoro, consigliabile anche a chi pur se non appassionato di jazz, vuole concedersi il piacere di ascoltare buona musica.