“Nel cielo di maggio” è un lavoro discografico di Renato Buccheri, cantautore e musicista ragusano. Le sonorità sono gradevoli, anche se non particolarmente originali: si va da una melodia ritmata in odore di America Latina ad un romantico classico della canzone melodica italiana.
La composizione e l’armonizzazione non sono di immediato impatto, ma se si riascoltano un paio di volte, si comincia ad apprezzarne la ricerca e la raffinatezza. L’esecuzione è ottima (anche se non guasterebbe un poco d’attenzione in più alla dizione) e l’incisione risulta essere molto dinamica, di ascolto fruibile e divertente, ma sono i testi che rivelano una sorprendente ed autentica vena poetica, molto toccante. Tutto l’album è una sorta di autobiografia “nata quasi di getto, intorno alle prime settimane del mese di giugno” come da nota introduttiva dello stesso autore. Questo album nasce ispirato dal dolore per la morte del padre che si manifesta nel pezzo che da il titolo al cd : “chiamami ancora per nome, grida forte il mio nome, e chissà se mi saluti, e come quando ero bambino, rimango qui da solo, ad aspettarti, solo, quaggiù”, un testo semplice e struggente, che ci riporta ad un mondo antico ad una civiltà rurale, ormai definitivamente tramontata, come in “Erano Bambini” nel quale Buccheri racconta episodi di ragazzi , in giro per la cittadina e bussare casa per casa a vendere un paniere d’uva. Non manca il pezzo in dialetto, molto musicale, ma poco comprensibile ai più. Un cantautore autentico, senza grandi qualità canore, ne particolare estensione vocale, ma molto coinvolgente e di gradevolissimo ascolto.