Giovanni Del Grillo è un cantautore romano che si è inventato “Il cammino di Sanreno”, una sorta di pellegrinaggio che lo condurrà, rigorosamente a piedi, da Roma al teatro Ariston, ove approderà allorquando si svolgerà la kermesse sanremese. Personaggio curioso ed ironico, ama il paradosso, strizza l’occhio all’allegria, ma scrive canzoni piene di sentimento. Quello che talvolta dà la sensazione di voler nascondere. Lo abbiamo incontrato intento ai preparativi di questa sua originale avventura.
Il teatro Ariston, sede del Festival di Sanremo, è considerato il “tempio” della canzone italiana. Possiamo dunque dire che questo suo “pellegrinaggio” assume i contorni di una sorta di sacralità pagana?
Ogni pellegrinaggio sotto sotto viene compiuto per accattivarsi le simpatie di una o più divinità, e questo mio non è da meno. In questo caso si tratta di un D(i)o minore, o comunque diminuito, ma è quello che passa il convento… amo scherzare, quando scherzo è l’unico momento in cui sono serio.
Cosa c’è dietro a questo progetto, oltre alla scontata speranza di una citazione dal palcoscenico più famoso d’Italia?
C’è la smania di fare qualunque cosa pur di non andare a lavorare, e l’illusione innata nell’essere umano di riuscire a mettere a posto laddove c’è disordine, cioè di opporsi all’entropia. Dico questo perché, sollecitato dal mio ufficio stampa, sto producendo una mole notevole di documenti al fine di salvaguardare la Musica d’Autore, quella che una volta piaceva tanto a tutti quanti e che oggi è relegata ai margini periferici dell’industria e della cultura.
Da anni ormai il Festival di Sanremo viene considerato da più parti un festival del costume più che della musica. Al di là dell’originalità del suo progetto, lei ritiene che sia ancora così importante il teatro Ariston per chi fa musica in Italia?
Questo non lo so, sicuramente nei giorni del festival è un luogo capace di attirare l’attenzione come pochi altri e l’attenzione, come tu m’insegni, è la base di tutto. In secondo luogo viene la sintesi, ed è per questo che non aggiungo altro.
Molti sostengono che il Festival di Sanremo non sia più rappresentativo delle produzioni musicali italiane, che fanno invece il pieno nei locali frequentati dai giovanissimi, che difficilmente guardano il festival. Esiste un punto d’incontro tra queste due realtà?
Sì, sono io.