Chitarre ottimamente impiegate, melanconia, un soffio di atmosfera psichedelica che rievoca palchi anni ’70, a far da contorno ad una voce solista femminile piacevole, evocativa e davvero originale. Queste le sensazioni predominanti che suscita “In Her Bones”, l’album d’esordio della band Eugenia Post Meridiem, uscito alla fine del 2019.
Un’infilata di brani con testi che suscitano emozioni e riflessioni, a tratti quasi onirici. Tutti dall’acustica sobria ma non banale, caratterizzati da un leggero effetto riverbero che pare suggerire una registrazione live. Piacevoli i garbati inserimenti di un synth vintage per il brano “Mad Hatter”. Cambi di ritmo e d’atmosfera caratterizzano “Anjos”. Come anche in “Midday Sun”, dove spesso la parte ritmica sale in primo piano. Ma ogni pezzo può distinguersi per una sua specifica unicità. Insomma lavoro ed una band dalla forte e ben distinta personalità. Caratteristica tutt’altro che comune in quest’epoca tendente, in tutti i campi, all’appiattimento e all’omologazione. Davvero gradevole… da avere, conservare e riascoltare. In attesa degli sviluppi futuri di questo gruppo assai promettente.