IL “DUO AMMATTE” A PIEDI NUDI

Ecco un altro cd da collezione. Come lo sono tutti quei progetti artistici che hanno quale primario obiettivo quello di salvaguardare i suoni e le tradizioni di una terra, rendendo omaggio a chi, prima di noi, seppe farlo, raccontandoci miserie umane e piccole gioie, uomini stanchi e lo splendore della natura. L’album, non recentissimo, ma imperdibile, s’intitola “A piedi nudi”.

A disegnarne il percorso con grande sentimento, oltre che con straordinaria cifra artistica, sono Alessia Arena, con la sua voce sempre attentamente modulata su corde che oscillano tra il canto e la narrazione e Federica Bianchi, via via alle prese con clavicembalo, pianoforte e percussioni domestiche. Insieme formato il “Duo Ammatte” (che vuole indicare in qualche modo l’estro dell’improvvisazione). Sono dieci tracce, tutte in dialetto siciliano (ma qui ci troviamo al cospetto di una vera e propria lingua come accade, non mi stancherò mai di ripeterlo, per quasi tutti i dialetti della nostra Penisola), otto delle quali sono canti della tradizione mentre i rimanenti due brani sono una bellissima composizione di Alberto Piazza (“Terra ca nun senti”) e una canzone (“I pirati a Palermu”) scritta da Ignazio Buttitta, grande poeta siciliano e Rosa Balistreri, cantautrice, siciliana anche lei, alla quale è dedicato l’intero progetto. Dieci tracce che volano via lasciando la mente spaziare tra paesaggi e genti, con traduzioni alle mano per non perdere il significato di una sola parola di brani di grande intensità, come “Terra ca nun senti” o “Ti nni vai” (straordinaria la voce senza accompagnamento musicale nella prima parte e la conclusione con un bellissimo monologo del pianoforte di Federica Bianchi solo sfiorato dai vocalizzi di Alessia Arena che penetrano come un pianto), oppure brani giocosi, come la simpatica “Olì Olà” o “L’anatra” (vero pezzo di bravura di Alessia Arena, a cavallo tra teatro e canzone). Intensa e palpitante anche “I pirati a Palermu”, canzone di tristezza e di protesta per una Sicilia che piange. Meditata e attenta la ricerca dei brani, straordinari gli arrangiamenti musicali con ripetute incursioni di clavicembalo che conferiscono ad alcune canzoni sofisticate atmosfere barocche. Un’ottima prova per questo “Duo Ammatte” e non sorprende che la produzione abbia ottenuto significativo riconoscimenti in ambiti diversi.

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